È questa la teoria alla base dei moderni pencil e claw grip, che affondano le proprie radici niente meno che nel Rinascimento italiano.
Michelangelo era nato mancino e però dipingeva esclusivamente con la mano destra.
Ne eravate a conoscenza?
“Per quanto ne so io –racconta Raffaello da Montelupo, scultore e architetto del Rinascimento italiano- Michelangelo usava la mano destra per tutto ciò che concerneva l’arte: anzi, a dire il vero, non ha mai creato nulla con la mano sinistra”.
La decisione di Michelangelo di abbandonare la sua mano dominante è identica a quella presa in tempi più recenti da molti giocatori di golf, ovvero da tutti quei golfisti che hanno deciso di impugnare il putter con il pencil o con il claw grip.
Probabilmente in maniera inconscia, nel tentativo di perseguire la fama nel loro personalissimo campo, ovvero quello verde del green, Tommy Fleetwood, Bernhard Langer e Justin Rose (solo per citarne alcuni) hanno seguito le orme di Michelangelo quando hanno rinunciato alla mano sinistra nei pressi della buca: di fatto, le tipologie di grip che questi tre campioni usano quando impugnano il putter altro non fanno che eliminare la mano sinistra dall’equazione del colpo.
Ora: è ovvio che vi stiate domandando il perché di questa scelta.
Beh, è semplice: perché il successo e il fallimento, sia nell’arte che nel golf, dipendono moltissimo dalla mano sinistra.
Ce lo spiega l’anatomia, che ci dice che se la mano sinistra è controllata dall’emisfero destro del cervello, ovvero quello delle emozioni, la mano destra è invece sotto la giurisdizione dell’emisfero sinistro, quello deputato ai movimenti consci.
Il che ci spinge a ritenere che noi esseri umani potremmo non essere totalmente in controllo dei minuscoli muscoli della nostra mano sinistra: togliendoli dal grip del putter, può darsi che molti dei nostri problemi intorno alla buca spariscano d’incanto.
Per lo meno, questa è la teoria alla base del pencil e del claw grip, impugnature nate intorno al 1970 dalla mente di Paul Trevillion, il celebre illustratore sportivo britannico che, non riuscendo mai a imbucare da un metro dalla buca, iniziò a impugnare il putter come fosse un pennello, separando nettamente le due mani e facendo fare tutto il lavoro del pendolo esclusivamente alla mano destra.
Ora: se non bastassero i successi di Fleetwood e soci con i loro pencil grip, a ribadire con forza le teorie di Trevillion, ci sono anche le dichiarazioni di Tiger Woods, di Jack Nicklaus, di Sam Snead e di Orville Moody, secondo i quali il putting sarebbe un gioco esclusivamente della mano destra.
Anzi, nel 1969, oppresso da un serio problema di yips sul putt, lo stesso Orville Moody si presentò allo U.S.Open con un grip che non si era mai visto fino ad allora: un grip cross-handed, cioè a mani rovesciate, con la destra dominante posizionata sopra la sinistra.
“Per me –spiegò Moody alla stampa esterrefatta- il putt è sempre stato legato soprattutto all’azione della mano destra e questa impugnatura mi aiuta a mantenere la palla sulla linea corretta”.
Inutile dire che in quell’anno Moody vinse lo U.S. Open, lo stesso titolo che Jordan Spieth si aggiudicò 46 anni dopo con un grip cross-handed.
A questo punto la domanda d’obbligo è: e voi, cosa aspettate a levare la mano sinistra dall’equazione del putt?