In un mondo social in cui una dichiarazione polemica o sensazionale non la si nega ormai a nessuno, Matt Kuchar, invece, fa notizia (e crea curiosità) per la mancanza di parole pronunciate.
Per dire: mentre il mondo dell’internet, scatenato dalla discussione aperta da Billy Horschel, si scannava sulla legalità o meno del sistema armlock nel putting, Matt Kuchar, che dell’armlock è stato uno degli antesignani mondiali, non proferiva parola sull’argomento, ma, pur restando in silenzio, creava hype sul tema grazie a una semplice foto.
Se non lo sapete, si tratta del cosiddetto “effetto Von Restorff”, secondo il quale ciò che è dissonante in un sistema omogeneo, fa più colpo e si nota più facilmente: se, infatti, fino a oggi il grip armlock è stato sempre associato a un putter incollato all’avambraccio sinistro, nello scatto in questione Kuchar era ritratto mentre pattava al Masters steccando il bastone all’avambraccio destro.
Apriti cielo: si tratta di un grip armlock reverse!
Tra i guardoni statunitensi delle cose del green si parla già di un primo caso, del paziente zero di una nuova modalità di putting; per noi europei, più attenti alla storia e ai suoi corsi e ricorsi, si tratta invece di un copia incolla operato da Kuchar su quanto già testato tempo fa (anche se per poco) dal nostro Edoardo Molinari.
Ora: siccome, nonostante i tempi socialmente chiacchieroni che stiamo vivendo, il buon Kuchar non ha proferito parola sulla sua scelta tecnica, per capire qualcosa di più della sua nuova modalità di putting, possiamo solo avanzare per ipotesi.
Innanzi tutto: “se si desidera provare a giocare con un grip armlock reverse, cioè con il putter appoggiato all’avambraccio destro –spiega il coach della nazionale Roberto Zappa- per ottenere un rotolo di palla il più puro possibile, bisogna scegliere un bastone con un loft vicino allo zero, se non addirittura negativo. Al contrario, se l’armlock è a sinistra, allora il loft sarà decisamente più alto del normale”.
“Generalmente –spiega Giovanni Gaudioso della Eagle Golf Academy- si sceglie l’armlock quando una delle due mani si muove male e dunque si appoggia il bastone sull’avambraccio opposto. Nel caso recente di Kuchar, direi che l’americano potrebbe aver fatto una serie di test e aver scoperto che è la mano sinistra a creargli dei problemi”.
“A volte – aggiunge Matteo Delpodio del team azzurro- dopo un po’ di tempo che si gioca con l’armlock a sinistra, succede che s’inizi a bloccare eccessivamente il colpo e si arrivi all’impatto con la faccia del bastone aperta anche fino a un grado, con il risultato di spedire la pallina a destra della buca. Quindi la decisione di Kuchar di spostare l’armlock sull’avambraccio destro potrebbe nascere dal desiderio di sentire la testa del bastone più fluida all’impatto”.
Ora, è evidente che non sappiamo molto delle motivazioni che hanno portato l’americano a scommettere sul nuovo grip; sappiamo però una cosa per certa: che sono le grandi scommesse vincenti a ripagarti delle migliaia di esperimenti falliti.