Daniela Righi: la bellezza salverà il golf

Questa volta bisogna usare il “LEI”, non solo per formale allocuzione di cortesia ma anche per una più sincera e galante ammirazione; perché “LEI” questa volta è donna, mamma, Presidente di Golf Club e CEO di Mira Hotels & Resorts, una prestigiosa catena di gestione alberghiera che si sta facendo strada nel mondo del golf. E Lei è Daniela Righi: la bellezza che salverà il golf.

La chiamo.

Dottoressa Righi, mille ruoli uno più importante dell’altro: da dove nasce il connubio hotellerie-golf?

«La nostra realtà alberghiera nasce 11 anni fa. Lo scorso anno, quando ci siamo fermati tutti per il lockdown, abbiamo iniziato a ragionare su ciò che potevamo fare di nuovo. Nel settore alberghiero siamo sempre alla ricerca, come mi piace chiamarlo, dell’oceano azzurro, quel qualcosa di unico che potesse differenziare e far evolvere la nostra identità.

Ed è qui che si è presentata una nuova opportunità: unire il resort al golf.

Subito dopo aver preso in gestione il primo resort, ad Acaya, abbiamo capito che sarebbe stata la nostra strada, la nostra nuova identità: sport, resort, natura, tempo libero, il nostro oceano azzurro (o meglio verde), che trasforma la permanenza in una vacanza indimenticabile.

Abbiamo anche realizzato che con più hotel avremmo potuto offrire ulteriori opportunità, creare eventi, circuiti, si possono fare un sacco di cose. La nostra idea è di arrivare a 5 Golf Resort. Vorremmo diventare, mi passi il termine, “leader”; un punto di riferimento.»

Quindi è un’idea giovane quella del golf. Lei gioca?

«Certo! Non potrei mai offrire un prodotto al mio ospite/golfista senza sapere quale siano le effettive necessità. E poi il golf è uno sport che mi ha affascinato fin da subito.»

Che cosa l’ha stupita di più del gioco?

«La parte mentale.

Ho sempre fatto sport molto fisici e non mi aspettavo che il golf potesse essere così coinvolgente. Io lavoro molto, viaggio anche di notte, sono abituata a fare mille cose insieme ma il golf mi impone, mentalmente, presenza e concentrazione: senza non riuscirei a prendere nemmeno la pallina. E per me è bellissimo rimanere nel momento, riuscire a crearmi del tempo.»

Aggiungiamo quindi agli altri titoli quello di golfista…

«Golfista è un po’ azzardato, sono ancora alle prime armi.»

Chi apprezza il lato mentale di questo sport è già golfista a pieno titolo: non potrà più smettere! E poi scusi, Lei è anche Presidente del Golf Club di Acaya

«Sì, sono anche Presidente di Circolo.

Quando si è presentata l’opportunità di prendere in gestione il resort ad Acaya, scegliere di ricoprire anche questo ruolo è venuto naturale. Io sono fautrice dell’autorevolezza, non dell’autorità: dovevo capire, conoscere, imparare. La prima cosa che mi è venuta in mente è stata quella di prendere un ferro in mano e capire. Ricoprire il ruolo di Presidente mi ha permesso di confrontarmi e capire che l’ospitalità del golfista è molto diversa da quella del socio di Club: è vero che faccio hotellerie ma il golf è anche un po’ una casa dei soci, la vita di circolo una parte integrante del gioco: dovevo conoscere e comprendere nel dettaglio.

Poi, non sono tantissime le donne Presidente nel mondo del golf e a me piacciono le sfide, non ci ho pensato molto.»

Beh, si è scelta un compito complesso: qual è la sfida più grande che vede davanti a sé?

«Direi che è proprio riuscire ad unire le esigenze del cliente golfista/turista con quelle del socio. Trovare il giusto equilibrio non è semplice: per l’hotellerie il resort è quello che “fa girare i numeri”, i campi da golf hanno dei costi di gestione impegnativi e necessitano di personale dedicato e con conoscenze professionali. Noi vogliamo dare un prodotto completo ma anche le giuste attenzioni al socio. Da un lato è una sfida, dall’altro sono tanti i valori aggiunti per tutti: campi curati e aperti 11/12 mesi l’anno e con tanti servizi, ristoranti gourmet, spa… »

Come diceva bene, la differenza la fanno i dettagli. A proposito: l’attenzione al dettaglio è più una caratteristica sua come donna, o può essere anche maschile?

«Ci sono anche alcuni uomini attenti al dettaglio, dipende tutto dai ruoli. L’empatia e un determinato tipo di gusto, non sono prerogative della donna, ma nell’uomo sono più difficili da trovare. Diciamo che l’ho trovata più spesso nelle donne. Ma abbiamo anche dei difetti, sia chiaro!

Il particolare, la piccola variazione sono più difficili da vedere e ricreare ma, per come la vedo io, sono questi aspetti che fanno la differenza»

Per ispirare nuove donne imprenditrici nel golf, le chiedo: cosa ha fatto la differenza, il dettaglio fondamentale, nel suo percorso?

«La cosa che ha fatto la differenza in tutti i ruoli che ho abbracciato è la passione: dell’Italia, del mio lavoro, del golf e di tutto ciò che fa parte del mondo femminile. La passione mi ha portato anche ad abbracciare il progetto della FIG Golf è Donna e creare dei programmi più ampi, come Mira in Rosa: giornate e promozioni dedicate per avvicinare le donne al golf.

Perché il golf è uno sport pazzesco per le donne: sia per il benessere fisico, il tempo che regala, mille cose. E anche a livello imprenditoriale può dare tantissimi sbocchi, alcuni dei quali non si immaginano nemmeno. Come per me è diventato un personale “oceano azzurro”, lo può diventare anche per tante altre donne. Le strade sono infinite: ad esempio ai Monasteri, in Sicilia, abbiamo una professionista ad insegnare. Volevamo cambiare maestro e alla fine…»

Il golf è già Donna!

Ho letto una sua altra intervista in cui afferma che “la bellezza salverà il mondo”: potremmo dire che la bellezza salverà anche il golf?

«In generale, il golf ha tantissima bellezza: i paesaggi e la natura, il silenzio, il tempo. Quindi sì potremmo tranquillamente dirlo. Io sono anche madre di un ragazzo in piena adolescenza, ha 15 anni, le lascio immaginare la comunicazione!

A un certo punto gli ho chiesto di provare a giocare con me: è piaciuto anche a lui e per me la bellezza di passare alcune ore con mio figlio in campo, scherzando, prendendoci in giro sul gioco, è impagabile.

Consiglierei a tutte le mamme di iniziare a giocare a golf e di portare con sé i propri figli; è un’occasione unica di vivere tempo di qualità con loro. Non è mai stata la quantità di tempo il problema, ma la qualità del tempo. Per me è un’emozione grandissima e sono grata al golf anche per questa possibilità che mi ha dato con mio figlio…»

E qui scatta qualcosa: ripenso sorridendo a com’ero io a 15 anni, al golf, con i miei genitori. Mi lascio andare alle emozioni e penso che dovrei fare qualche buca con mia mamma…Dottoressa Righi, sono certo che il golf e le donne, se non l’hanno già fatto, la ringrazieranno per il lavoro svolto, e per quello che farà.

Dottoressa Righi, seguirà l’Open Femminile?

«Certo, e con curiosità. Mi piace praticare il golf ma anche guardarlo: le donne che si mettono in gioco anche nel settore sportivo sono, a prescindere, un esempio. Sono ancora poche ma le guarderò con attenzione ed entusiasmo.»

Grazie del tempo Dottoressa; anche noi continueremo a seguire con attenzione le prossime leader; e non parlo solo dell’Open…


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