Partiamo così: la me 53enne darebbe tutti gli organi interni che ha doppi per avere metà della determinazione sexy di Diana Luna.
La ragazza, determinata è determinata, tanto quanto lo può essere una campionessa che è uscita imbattuta dalla Solheim Cup del 2009 giocata da rookie; sexy è sexy tanto quanto è sexy una donna bella e pure intelligente.
Oplà.
Diana Luna, cinque titoli sul circuito europeo, la golfista italiana più vincente della storia, è una donna forte, prima ancora che una proette forte: “In campo i wedge sono stati la mia arma migliore –racconta- ma fuori dal campo, nella vita vera, i colpi speciali sono la determinazione e la famiglia”.
È stato proprio il marito, golf coach in quel di Cannes, a suggerirle nel 2008, dopo sei stagioni già trascorse sul Ladies European Tour, di iniziare a collaborare con una psicologa del Tour, Vicki Aitken, al fine di migliorare ulteriormente le sue performance in gara.
“A dire il vero –ricorda Diana- non avevo mai preso in considerazione di dover svolgere un lavoro mentale, perché mi ritengo una persona estremamente centrata e quadrata, però Vicki mi ha stupito e devo dire che quel rapporto è stata la miccia che ha acceso una vera rivoluzione nella mia carriera da pro”.
La contrarietà a iniziare quel tipo di percorso la riassume così, Diana Luna: “A dirla tutta, non volevo uno psicologo, ma qualcuno che mi aiutasse a fare poco, a tirare meno colpi. Ecco”.
Detto, fatto: Vicky ha realizzato il miracolo.
Come, è ovviamente la domanda che segue obbligatoria: “Con un lavoro estremamente pratico: la performance è costruita su una serie di piccoli mattoncini, che sono la tecnica, la tattica, l’organizzazione, la psicologia e il fisico. Tutti questi aspetti non vanno sommati tra loro, ma semmai moltiplicati, cosicché se uno di loro è pari a zero, la performance sarà uguale a…”
Zero. Facile.
Meno facile è intuire che tutti questi aspetti vanno allenati ogni giorno con disciplina, almeno tanto quanto si allena lo swing al campo pratica:
“E’ un percorso faticoso –spiega Diana- e ancora oggi trovo resistenza in molti giocatori che preferiscono non approfondire il tema per paura di dover aumentare la mole di lavoro”.
Eppure i risultati di Diana Luna raccontano che vale la pena intraprendere quel viaggio impervio all’interno del proprio sistema di allenamento ed è proprio su questo tema che si concentra la maggior parte del lavoro attuale dell’azzurra:
“Da quest’anno, grazie alla fiducia della Federazione Italiana Golf, sono il team manager della squadra nazionale delle professioniste. Il mio compito è aiutare Lucrezia Colombotto Rosso, Giulia Molinaro, Roberta Liti e Virginia Elena Carta a programmare al meglio la loro stagione sul circuito. Il mio obiettivo non è ovviamente quello di migliorare lo swing delle ragazze, ma semmai è quello di aiutarle a fare poco. E questo aspetto, come ho già spiegato, passa da tutta una serie di altri step che conosco benissimo”.
Tra questi passaggi c’è anche quello di stabilire degli obiettivi che siano realizzabili e controllabili e se un tempo quelli di Diana erano centrare dei successi sul tour, oggi i target sono cambiati:
“Voglio essere una buona madre e un buon esempio, affinché le mie figlie crescano serene e diventino delle donne felici e sicure di sé”.
Ora, non mi ricordo… Ve lo avevo detto che la ragazza è intelligente?