Torniamo al tecnico, torniamo ai fatti. Il tema cade con gravità, in quest’aula digitale: questa volta non saremo noi a decidere cosa è giusto o sbagliato perché ci darà udienza Mario Arienti, Avvocato penalista presso il Foro di Milano e membro della Commissione Disciplinare di Prima Istanza presso il Golf Club Carimate nonchè…colpevole! Di essere un appassionato golfista. Ci aiuterà a capire come funziona il sistema normativo del golf, la legge dello sport.
Oggi sono in aula da studente, proverò a concentrarmi, e a capirci qualcosa.
«Come tutte le cose, per capire, dobbiamo partire dal principio, dalle fonti, e da una breve premessa che costituisca una buona base di partenza.
Nel mio mestiere di avvocato penalista, ogni giorno ho a che fare con procedimenti, accertamenti, responsabilità, alcune volte in difesa dell’imputato, altre della persona offesa. Per quanto riguarda il mio ruolo all’interno della Commissione Disciplinare, si tratta di un ruolo inedito perché sono, nella fattispecie, il giudicante.»
«Le fonti sono gli statuti e i regolamenti, federali, dei Circoli e delle associazioni. La Commissione Disciplinare di un circolo è invece un Istituto composto da membri il cui compito è, sostanzialmente, di due tipi:
- Ricevere e verificare segnalazioni su comportamenti o vicissitudini tra i soci;
- Comporre e risolvere operativamente le controversie tra gli stessi, siano esse in ambito di gioco, organizzazione del circolo, assegnazione di cariche o, addirittura, di litigi personali.
La Commissione del circolo non si occupa esclusivamente di azioni disciplinari in ambito sportivo ma è più un organo di controllo e verifica: l’obiettivo è ristabilire, ove mancasse, la concordia tra le parti, e solamente all’interno del perimetro normativo del circolo di appartenenza.
Ad esempio, nella Commissione non possiamo adottare provvedimenti su giocatori esterni, seppur contestabili nel nostro circolo: questo compito spetterà al club di appartenenza del giocatore esterno, o ad altri organi federali a seconda del tipo di illecito.
Il nostro compito è analizzare i fatti relativi alla segnalazione, scoprire la verità. Solo dopo, eventualmente, irrogare la reprimenda orale o formale, o l’opportuna sanzione/pena.»
«Significa, semplicemente, “rimprovero”. Si tratta del primo passo del sistema normativo nel golf: a seconda dello Statuto del singolo club, si può avere un avvertimento verbale o scritto, poi la censura, ovvero l’ultimo passo prima delle sanzioni vere e proprie, che sono la sospensione e la radiazione.
Il golf ha un sistema strutturato e ben delineato che, per alcuni aspetti, replica fedelmente il sistema della legge penale.»
«No, si tratta sempre di organi che cercano di evitare situazioni di incompatibilità e ogni decisione è presa su base collegiale.
Ti faccio un esempio: ci è capitato un caso in cui uno dei membri della nostra Commissione fosse presente nel team in cui si giocava la partita nella quale si è verificata una controversia. Essendo un testimone, il membro della Commissione è stato sostituito da un supplente per risolverla; perché il giudizio deve essere sempre obiettivo.»
«L’Istituto di cui abbiamo parlato finora è relativo al circolo. Ma fa parte di un sistema normativo più ampio della FIG che si rivolge non solo ai giocatori ma anche a tutti i tesserati alla Federazione stessa: quindi ricomprende gli stessi circoli, i dirigenti, presidenti, direttori, segretari etc. Il sistema federale si basa sul Regolamento di Giustizia che prevede le sanzioni e le norme di funzionamento, mentre per la procedura segue il Codice della Giustizia Sportiva, emanato dal CONI. Nel 2015, l’intera legislazione (per ogni sport) è stata anche riformata in un’ottica di maggior trasparenza e omogeneità; ed è in continua evoluzione.
Il golf, rispetto ad altri sport, ha anche alcune peculiarità. All’interno del suo sistema possiamo distinguere due grandi aree di competenza: quella dei giudici sportivi, che regola, per l’appunto, l’illecito sportivo, sia per dilettanti che per giocatori professionisti, ed il Tribunale Federale che decide le controversie sul comportamento dei circoli stessi.»
«Non c’è nulla di cui avere paura; basta comportarsi bene e conoscere la materia.
Alcune volte non è necessaria l’intenzione dolosa e si può subire una “pena golfistica” anche di tipo “colposo” ma, giustamente, le pene sono molto meno gravi dei casi di diritto penale. Dobbiamo però ricordarci che anche la legge del golf non ammette ignoranza…»
«Tralasciando le attenuanti, in questo caso le sanzioni non sono morbide: il regolamento federale prevede per l’alterazione fisica dello score (che comporti variazione del risultato finale), un periodo minimo di 18 mesi di sospensione, fino alla radiazione. Pena similare anche in caso di concorso doloso (attenti marcatori!)…poi ovviamente ci sono le altre casistiche, aggravanti, recidive…»
«Detto brevemente?! La pena di morte per un golfista.
Ma c’è anche una possibilità di redenzione: passati 3 anni dalla condanna, c’è un Istituto definito “di riabilitazione” a cui si può fare istanza per essere reintegrati quali membri della Federazione.»
Mmm, capisco…
Il tema è davvero complesso e richiede studio, tanta conoscenza e lavoro d’intelletto che l’Avvocato dedica al golf insieme agli altri membri della Commissione, pro-bono, per restituire qualcosa allo sport e al circolo che ama, che amiamo tutti. Il golf, in fondo, è anche un po’ casa nostra.
Mi ha anche raccontato di come il sistema sia molto attento ai giovani (prevenire è meglio che curare!) e di come stia andando in una direzione di maggiore automatismo e trasparenza nella segnalazione degli illeciti (non solo nel golf): la cosa un po’ mi fa paura perché, nonostante la possibilità di “redenzione”, le cicatrici e le “etichette” restano.
Se “rubassi”, manco in un campo di patate potrei giocare; nessuna gara; radiato dalla Federazione… non sarei più un golfista per il sistema italiano. Ma, forse forse, la cosa che più mi fa paura è che non lo sarei nemmeno per me stesso.
«No tranquillo, controlliamo insieme prima di consegnare…e ti marco io.»