Dopo le splendide immagini del caddie di Matsuyama che si inchina dinnanzi al percorso dell’Augusta National al termine dell’ultimo Masters, e di Phil Mickelson completamente accerchiato dalla folla sul green della 72sima buca del Pga Championship, la domanda che sale prepotente sulla bocca di tutti gli aficionados delle cose del golf è: quale immagine ci resterà incollata nella mente alla fine del prossimo U.S. Open?
Il terzo major stagionale inizia infatti giovedì sul percorso tostissimo e scenografico del Torrey Pines South, lo stesso che ospita ogni anno il torneo del Farmers Insurance Open del Pga Tour e che regala colpi impossibili e cartoline indimenticabili dalle buche a strapiombo sull’Oceano.
Par 71, il Torrey Pines South ha una lunghezza di 7.652 yard: la sua caratteristica principale? È il campo del Pga Tour dove dal 2004 i giocatori hanno avuto il maggior numero di colpi al green da 175 yard e oltre. Scartabellando tra le statistiche del circuito statunitense, si evince che i top performer da quella distanza, ovvero quelli che da lì vantano la miglior media score, sono Jon Rahm, Xander Schauffele e, guarda un po’, Bryson DeChambeau, il defending champion del torneo.
E ancora: restando in tema “pretendenti al titolo”, lo spagnolo, Xander e Bryson hanno tutti delle atout interessantissime da potersi giocare bene nella quattro giorni del Major.
Iniziamo da Rahm: rientra dopo l’inattesa sospensione per Covid a Muirfield che gli è costata il titolo del Memorial che era già nella tasca dei suoi pantaloni extra large.
Torna carico, arrabbiato e voglioso di vendetta su un percorso sul quale ha già vinto e sul quale gioca sempre alla grandissima.
Come DeChambeau, a Torrey troverà in fairway una serie di bunker sistemati nella zona dell’atterraggio medio dei driver: sia lui che Bryson non avranno problemi a volarli.
Secondo negli Strokes Gained Total, lo spagnolo non ha rivali da tee a green: sono numeri importanti, questi, visto che a Torrey Pines ci si aspetta un rough infernale in pieno stile U.S. Open.
Non è dunque un caso se i bookmaker danno Rahm per superfavorito della vigilia del torneo, con quotazioni intorno al 10-1.
E allora Schauffele?
Dalla sua, il mite statunitense ha il curriculum: nei precedenti quattro U.S. Open da lui disputati, non è mai uscito dai primi 6. E ancora: secondo quest’anno dietro a Reed al Farmers Insurance Open disputato proprio a Torrey Pines, con questo risultato Xander ha messo a segno la sua miglior prestazione di sempre da queste parti. Un segnale? Può essere.
A questo punto, a conti fatti, resta solo da aspettare domenica notte per scoprire il vincitore di questa 121sima edizione dello U.S. Open: comunque andrà, a Torrey Pines sarà certamente stato uno spettacolo.
(Ps in California ci saranno anche tre italiani: Francesco ed Edoardo Molinari e Guido Migliozzi. Non ho accennato a loro non perché non creda nelle loro possibilità, ma solo per cabala. Quando si tratta degli azzurri, sono una tifosa ultrà pure io: quindi mi limito a incrociare le dita e a urlare: daje ragazzi!)