Dopo ben cinque anni di attesa, finalmente è tempo di Olimpiadi!
Per noi appassionati golfisti, questa è una settimana che deve ancora entrare nel “sistema” delle tradizioni.
Basti pensare che in 121 anni, Tokyo 2020 è solo la quarta edizione in cui il golf è rientrato nel programma olimpico.
Secondo me, per trasformare questo appuntamento in un “must” atteso non solo dai giocatori ma anche dagli spettatori, bisognerebbe cambiare formula: renderla una gara a squadre con il taglio dopo ogni giro.
Ti immagini quanto sarebbero belle le Olimpiadi se giocate in stile World Cup?
Ti ricordi che emozione quando i “Molinaris” hanno vinto nel 2009?
Io ho ancora indelebile l’esultanza di Dodo che dopo aver imbucato il putt per la vittoria ha iniziato a saltare a braccia aperte con in sottofondo la voce di Mario Camicia che diceva: “SIAMO CAMPIONI DEL MONDO!!”
Ecco questa è una modalità che darebbe un valore aggiunto alle medaglie.
A proposito di medaglie: nelle gare convenzionali i caddie, oltre alla bandiera della 18 si portano a casa una discreta percentuale sulla vittoria, mentre qui alle olimpiadi cosa ci guadagnano?
Per il momento niente; nemmeno la medaglia.
Io ritengo che sia profondamente sbagliato.
L’importanza del caddie, oltre ad averla raccontata in un mio precedente articolo, è ormai appurata.
Quando un giocatore vince, è anche grazie al caddie.
Il caddie non riveste unicamente la mansione di “portasacca”; è la calma nell’agitazione e la carica nello sconforto.
Funge da colonna portante nella performance e di conseguenza meriterebbe anche lui un riconoscimento.
La scelta di non premiarli è stata una mancanza di rispetto nei confronti di una professione che viene troppo spesso sottovalutata e che su uno sfondo così prestigioso come quello delle Olimpiadi, avrebbe potuto ricevere le attenzioni che si merita.
Nonostante qualche “pecca” di regolamento, la settimana delle Olimpiadi è comunque molto speciale e lo è soprattutto per gli atleti che vi partecipano.
L’idea di essere circondato da migliaia di agonisti che condividono il tuo identico sogno, ma in una disciplina differente deve essere un’emozione indescrivibile.
Non mi sorprende infatti che l’ex medaglia d’Oro Justin Rose abbia equiparato la gioia di vincere le Olimpiadi a quella che ha avuto quando ha vinto l’US Open.
Così come non mi meraviglia la scelta di Rickie Fowler di tatuarsi sul braccio, tra tutti gli eventi giocati nella sua carriera, proprio i cinque cerchi olimpici.
Ovviamente tutti a fare il tifo per Renato e per Guido, in bocca al lupo!