Paura di perdere o paura di vincere? Quale delle due ti blocca quando lo score inizia a pesare?
Ti senti sicuro, stai giocando il tuo miglior golf, quando, come un fulmine a ciel sereno, ti entra in testa lo score. Non riesci più a concentrarti sul gioco; nella tua mente c’è spazio solo per “tenere”, per non rischiare di buttare all’aria l’ennesima gara.
Provi in tutti i modi a ritornare con la testa su ciò che ti serve davvero, ma il pensiero corre avanti e stai già calcolando quanti punti ti servono per vincere, o per chiudere il giro come vorresti. Inizi ad accontentarti, “In fondo basta fare tutti par fino alla fine, o al limite un bogey“.
Qualcosa ti sta bloccando. La muscolatura è contratta e non riesci in nessun modo a ritrovare quel ritmo e quella fluidità nello swing che ti sono ben noti.
Paura di perdere o paura di vincere?
La paura di vincere, che può diventare una fobia nota con il termine Nikefobia, nasce spesso dalla responsabilità che sta dietro all’essere un campione.
Se alla vittoria si associano per lo più sensazioni positive quali gioia, allegria, euforia, orgoglio, può accadere che crescendo si affaccino anche alcune paure, come il fatto di creare delle aspettative negli altri, che siano i genitori, l’allenatore o te stesso.
La prima volta che succede si dà la colpa al caso; ero stanco, non mi ero allenato bene, avevo mal di testa, oppure un flight che non mi piaceva. Ogni volta che succede diventa sempre più difficile trovare una giustificazione e qui entri in crisi.
Cosa sta succedendo? Quali sono le ragioni per cui non riesci a chiudere una gara come potresti?
E’ iniziato l’autosabotaggio.
Spesso le ragioni di questo tipo di atteggiamento risiedono nel passato. Ti sarà capitato di leggere di un talento naturale, un prodigio, che poi arrivato all’adolescenza sparisce nel nulla.
Il peso dell’aspettativa diventa ingombrante e per il giovane atleta non resta che battere in ritirata, non senza problemi di autostima, soddisfazione, e rimpianti che emergeranno in età più avanzata.
Altre volte può essere la paura di ciò che comporta il vincere; qui entra in gioco, a tuo sfavore, la società di oggi, dove le notizie girano velocissime sui social, creando delle aspettative sempre più elevate, e non solo perché l’asticella della competizione si sta alzando, ma anche perché chi sceglie di postare i propri risultati, tendenzialmente scarta quelli poco edificanti per dare invece massimo risalto a quelli buoni, a volte con un’enfasi che potrebbe ritenersi eccessiva, creando in te l’idea che tutti sono migliori, che in fondo quando hai vinto è stato solo un colpo di fortuna.
Anche atleti che hanno già ottenuto buoni risultati non ne sono esenti; in questo caso la paura di vincere può essere legata a ciò che comporterà la vittoria. Una casa più grande, una famiglia da mantenere, una vita differente in termini di spostamenti e di costi da sostenere, un maggiore impegno quotidiano, maggiori responsabilità.
Più tardi a rendertene conto, più la tua autostima verrà intaccata. Infatti, se questo atteggiamento si prolunga nel tempo, sfocia in una vera e propria fobia.
Nikefobia, termine derivante da due parole greche, Nike, vittoria, e fobia, paura.
Il primo step per iniziare ad uscirne è diventarne consapevole.
Questo passo è fondamentale per iniziare a lavorare sull’aspetto mentale. La buona notizia è che esiste una soluzione!
Potrai appoggiarti ad un esperto che ti accompagnerà alla scoperta di te, per capire cosa ti ha portato fino lì e trovare una soluzione che sia la migliore per te in quello specifico momento.
L’unica cosa di cui avere paura è la paura stessa -Franklin Delano Roosvelt