Marketing, marketing, siamo tutti nel mercato del “vendere” vero? Ora più che mai anche il golf lo è. Ma ne siamo davvero sicuri? Intendo in maniera massiva e democratica: personalmente, ho sempre pensato di “vendere bene il golf” ma, dato che ci siamo, oggi mi domando se esista anche una guida di digital marketing per tutti i campi da golf.
Dai il digitale, lo sappiamo, è ovunque; anche nel golf.
Ogni campo oggigiorno deve intraprendere azioni complesse (e digitali) per generare consapevolezza tra gli utenti. Deve sviluppare un’esperienza di “brand” (marchio) per:
- vendere tee time;
- pubblicizzare articoli di pro-shop;
- pubblicizzare la ristorazione;
- trovare nuovi iscritti;
- etc, etc…
insomma, ormai bisogna vendere pure il golf in maniera moderna.
Ecco allora un paio di spunti per farlo.
P.s. non fatevi ingannare facilmente cari lettori, chiunque voi siate non siete “in target”.
Ma analizziamo la situazione:
Se siete direttori di circolo questo articolo sarà utile per valorizzare il vostro club (se non lo avete già fatto), se siete “soci” o golfisti generici potrebbe essere utile per capire come si evolverà il futuro del golf.
Iniziamo a vedere come si venderà il golf? Cominciamo!
I campi da golf in genere utilizzano (o dovrebbero utilizzare) un mix di strumenti, canali e strategie per raggiungere i propri obiettivi di marketing, per generare entrate.
Alcuni canali di marketing utilizzati dai campi da golf includono:
- sito web mobile first (che “si veda bene” dal cellulare);
- ottimizzazione per i motori di ricerca (SEO);
- e-mail marketing;
- prenotazioni tee time online;
- pay per click;
- passaparola e rinvii;
- app mobile e marketing via WhatsApp o Telegram;
- mercati di distribuzione del tee time (da altri siti e/o app integrate );
- media tradizionali come radio, poster, televisione e pubblicità esterna (oltre all’on-field);
- comunicazione taylor made (ma questa è “skill” un po’ avanzata).
Tolti gli elenchi?!
Solitamente ogni club individua, a seconda delle sue specificità, uno o più canali per “target”/obiettivo di utenti: grazie a strumenti e strategie cerca di massimizzare il proprio ROI (ritorno di investimento) e retention del cliente.
Ma che “vor’ dì sta roba?”
Significa che ogni Club ha (o dovrebbe avere) un piano di marketing specifico rispetto al suo territorio/utenti per raggiungere i suoi obiettivi.
Perché? Perché i nuovi tempi, servizi, esigenze, stanno cambiando e lo richiedono.
Per attirare nuovi utenti, o per fidelizzare gli storici, per comunicare con i golfisti e valorizzare i propri servizi è necessario un piano complesso, di medio e lungo periodo. Per questo si parla di “piani” marketing.
Quanto costa un piano marketing nel golf?
Mettere insieme un vero e proprio piano marketing può essere un compito arduo.
Non è gratis: il marketing non funziona (se non per fortuna o talentuose intuizioni) sul breve periodo. Serve una strategia di medio e lungo periodo per vedere risultati reali; serve assicurarsi di avere un piano solido prima di iniziare.
Un piano marketing standard si estende in genere nel corso di un anno ed è diviso per ogni trimestre. Questo lasso di tempo ha particolare senso per i campi da golf, data la loro stagionalità.
Al fine di analizzare in modo coerente gli obiettivi e le metriche chiave a livello di organizzazione, la maggior parte delle aziende allinea l’inizio e la fine del proprio piano di marketing con l’inizio e la fine dell’anno fiscale; lo stesso vale per le “aziende golf” (ops, l’ho detto).
Le basi per costruire un piano di marketing per un campo da golf?
- Dichiarare la “mission” del campo o del progetto di golf;
- definire obiettivi e KPI (Key Performance Indicators) partendo dai dati;
- sviluppare una descrizione “puntuale” del pubblico di destinazione (in gergo si chiamano buyer personas);
- trovare strategie di promozione e canali di marketing specifici;
- creare budget per l’anno fiscale;
- analizzare la concorrenza all’interno del mercato locale;
- definire ruoli e responsabilità per il marketing;
Il piano marketing è poi il punto di partenza per la creazione di una strategia di branding.
Quanti paroloni! Poi tutti questi inglesismi…
È vero: i termini, come le strategie, sono complessi, e talvolta anche eccessivi. Per questo serve valutare le casistiche di volta in volta.
Metteresti mai un salvagente sulle Alpi? O una motoslitta su una spiaggia? Ecco, non si può generalizzare. Né sul golf, né sul marketing golfistico.
Un piano marketing per un golf 9 buche in Trentino, capirete, non andrà bene per un campo 36 buche in Sicilia.
Come in ogni cosa, oggigiorno, serve una brutale e tecnica sensibilità.
È complesso comunicare: sviluppare il giusto messaggio, identificare i giusti canali e generare interesse per promuovere (o vendere) il golf; poi, in Italia…
La volete una soluzione “facile e veloce”?
Vi svelo un segreto: non esiste 😀
Ma nel frattempo, scherzi a parte, vi lascio un piccolo trucco: urlate sempre forte!
Con un po’ di attenzione e passione, ogni pubblicità, bella o brutta che sia, sarà sempre un’ ottima visibilità per il gol…
Anche nel golf, seppur non siete il target, meglio avere orecchie sempre tese.