Tineke Loogman (n. 64 del ranking WR4GD Strokeplay Netto e n. 2 tra le donne dietro a Daphne Van Houten) è stata la vincitrice del trofeo ‘Best Women Strokeplay Competition’ all’ultimo Open d’Italia Disabili disputato al Royal Park I Roveri a ottobre 2021. Nel 2019 ha partecipato al torneo dimostrativo per giocatrici disabili organizzato da EDGA nell’ambito della Solheim Cup a Gleneagles.
Foto: EDGA
Nata ad Amsterdam con “un braccio e mezzo”, Tineke è cresciuta in una famiglia dove lo sport è sempre stato importante.
Racconta: “Siccome sono nata senza il braccio sinistro, i miei genitori mi hanno spinto molto presto verso la pratica sportiva. Così, insieme a mia sorella maggiore Marja, abbiamo praticato vari sport: pattinaggio su ghiaccio, sci, equitazione e tennis”.
E poi è arrivato il golf.
“I miei genitori hanno iniziato a giocare a golf a 60 anni, e da quel momento in poi non hanno parlato che di golf “. Durante una vacanza con tutta la famiglia in Florida, Tineke, incuriosita, ha provato a giocare e da allora non ha più smesso.
Tineke è una delle persone che sono state coinvolte nella nascita dell’EDGA. Insieme ad alcuni dei primi promotori del golf per disabili, Pieter van Duijn, Wim Eisma, Kalle Roos, Jean Francois Claisse e altri, hanno iniziato a costruire alcune delle basi per un’associazione che ha continuato a diffondersi in tutto il mondo.
Tineke non si arrende facilmente e crede nell’importanza di non trovare scuse. “Sono sempre stata una combattente. Sono molto competitiva e penso che sia proprio a causa della mia disabilità. Ho sempre voluto dimostrare di poter fare le cose. E il golf, ovviamente, è essenzialmente una lotta con te stesso”.
Come altri, Tineke sottolinea che ci sono molte persone come lei che inizialmente non si identificano come una persona con disabilità.
“Se chiedi a qualcuno con una disabilità, cosa pensi della tua disabilità, spesso risponde che non si sente disabile”.
Quindi forse uno degli ostacoli per le persone con disabilità è accettare la loro disabilità? Per le donne in particolare questo aspetto è ancora più pesante.
Appartenendo a due gruppi minoritari nel golf – donne e disabili – Tineke è consapevole della doppia sfida di convincere più donne con disabilità a giocare.
“Abbiamo bisogno di testimonial, in modo che le ragazze, le donne possano vedere altre donne fare cose incredibili anche se sono disabili”. Tineke sottolinea anche l’importanza del ruolo delle famiglie, anche loro devono rendersi conto e capire cosa è possibile fare, le opportunità che il mondo – ed il golf in particolare – offre. “L’aspetto più importante credo sia la consapevolezza. Invito sempre persone con disabilità a vedere altri disabili giocare a golf, solo così capiranno che è possibile giocare e divertirsi”.
Fondamentale per Tineke è anche l’inclusività del golf, la possibilità di poter giocare le normali gare di circolo. “Penso che la partecipazione aperta a tutti sia positiva sia per disabili che normodotati”.
Concludo con questa dichiarazione che ben riassume lo spirito combattivo di Tineke: “Mia madre mi ha sempre insegnato che essere morto è l’unica cosa che può fermarti. Puoi fare tutto, e se non funziona la prima volta, puoi semplicemente riprovare”.