Eduardo Romero, uno dei più grandi giocatori argentini di golf , è morto all’età di 67 anni dopo aver perso la sua battaglia contro il cancro.
E’ una notizia triste, ma volevo con le mie poche righe dare l’ultimo saluto ad un giocatore che ho sempre incontrato con il sorriso sul volto.
Apprezzato da tutti, sia per le doti tecniche che per la sua innata generosità era l’incarnazione della voglia di vivere e fare del bene al prossimo.
Senza alcun dubbio posso dire che molti suoi connazionali riuscirono a perseguire i loro obiettivi professionali nel golf, grazie al suo aiuto.
El Gato era il suo soprannome, proprio per come si “aggirava” fra i propri compagni di gioco sul percorso.
Era stato ovviamente coniato da qualche connazionale di Cordoba, la città argentina nota per l’animo scherzoso e scanzonato.
Proprio al Cordoba Golf Club ha iniziato come caddie senza aver mai cambiato il suo swing, un marchio naturale che lo ha portato lontano nei tour internazionali.
Da sua madre, Doña Delia “Lola” Nieva diceva di aver imparato l’umiltà, il rispetto e la perseveranza. Dal nonno, il non essere dispettoso. “Ho compreso la gentilezza, il rispetto per gli altri, il valore delle parole, dell’onestà. Per me il golf è anche una filosofia di vita”, rifletteva nel suo libro autobiografico “El Gato”.
La carriera nel golf
Il golf, dove ha raggiunto la vetta a livello locale vincendo il Republic Open (1989), per poi trionfare nello European Tour (8 titoli in 383 tornei) per un totale di 75 tornei vinti da professionista!
Al Golf Marco Simone, prossima sede della Ryder Cup, conquistò la 51ma edizione dell’Open d’Italia nel 1994.
La sua carriera ha avuto un rilancio dopo i 50 anni in cui ha vinto due Major del Champions Tour negli Stati Uniti, il circuito senior.
Tirava forte la palla sia con la vecchia che con la nuova attrezzatura oltre alla capacità di recupero che aveva intorno ai green.
Era un atleta geneticamente adatto al golf. Cresciuto in una famiglia di giocatori di golf, nel cuore del quartiere El Cóndor di Villa Allende , dove il golf è più importante del calcio. Fu suo padre, Don Alejo Romero, a instillare in lui la perseveranza e il sacrificio da bambino per ottenere risultati. Sotto la sua guida trascorse innumerevoli ore a praticare; usava qualsiasi cosa che assomigliasse a una mazza da golf per colpire pietre, rametti, tappi di sughero… “Se il tappo parte bene, anche la palla farà lo stesso” si divertiva a dire.
La vita politica
Quando la sua carriera di giocatore è finita, Romero è tornato in Argentina, diventando nel 2015 sindaco di Villa Allende, la sua città natale.
Rieletto nel 2019 è rimasto in carica fino al mese scorso, quando i problemi di salute sono diventati irrisolvibili.
A gennaio scriveva:”Qualche settimana fa ho iniziato una lunga cura con alti e bassi, che oggi mi costringe a darvi notizie che non immaginavo e per le quali non mi sono mai preparato..”
Ciao Gato