Dumbarnie Golf Links, novità e tradizione

(fonte scottishgolfpodcast.com)

Dumbarnie Golf Links, novità e tradizione

George Peper e Malcom Campbell, nel loro ultimo libro True Links, sostengono che dei circa 40.000 percorsi sparsi per il mondo, solo 246 sono veri links.

Di conseguenza, appare pienamente appropriato che Campbell abbia avuto un ruolo nella nascita del percorso links numero 247.

Infatti é stato proprio lui ad indicare a Clive Clark, suo vecchio amico, la zona su cui é sorto il Dumbarnie Golf Links.

Il percorso é stato realizzato ad Upper Largo, che si trova a poco più di 10 miglia da St.Andrews.

Occupa una estensione di circa 140 ettari lungo la costa che si affaccia sulla Largo Bay, proprio di fronte ad Edimburgo, all’interno della Balcarres Estate.

Clive Clark, rinomato architetto, é il deus-ex-machina di Dumbarnie, avendolo interamente progettato e realizzato.

A differenza di altri progetti che hanno scelto e scelgono di far precedere le nuove aperture da comunicati roboanti, la scelta effettuata dalla dirigenza di Dumbarnie é stata diversa ed innovativa.

“Il nostro ethos é completamente orientato al divertimento” ha dichiarato Clark

“Desideriamo che questo sia un percorso dove tutti i giocatori possano divertirsi, indipendentemente dal loro handicap”.

Questa intenzione si rispecchia pienamente nel disegno del campo.

I fairway sono estremamente generosi, con una larghezza media di poco più di 40 metri.

Andando fuori linea, si trova un rough sottile e ben governato, che agevola i colpi di recupero (forse la caratteristica più controtendenza rispetto alla tradizione dei links).

“Abbiamo realizzato Dumbarnie pensando al giocatore” ha continuato Clark

“Desideriamo che i giocatori si divertano durante il loro giro, senza passare il tempo a giocare dei ferri 3 verso i greens o ad arrancare dentro un rough impossibile in cerca delle palline”

“Non é divertente per nessuno, ed il divertimento deve essere ciò che caratterizza Dumbarnie”.

Tutto questo non vuol dire che il percorso sia facile.

I greens sono a più livelli con impercettibili pendenze.

Sotto il profilo della stategia, ci sono diversi fairways che si dividono, stimolando le scelte dei giocatori, così come avviene per i par 4 raggiungibili con il driver.

(fonte findagolfbreak.com)

Per gli amanti del panorama, le buche da segnare sono la uno, la sei, la nove e la diciotto.

Gli ingredienti per una esperienza da ricordare ci sono tutti.

Clive Clark ha poi concluso:

“Il mio desiderio ultimo é di far sì che i giocatori se ne vadano non vedendo l’ora di tornare”.

Mi sa che ho trovato un altro campo da inserire nella bucket list…

P.S. Mr.Clark,  io però qualche ferro 3 al green lo voglio tirare, é un problema?


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