Gregorio ‘Greg’ Guglielminetti è neo-campione d’Italia dei golfisti con disabilità nella categoria stableford, titolo vinto il 26 maggio 2022 nel suo circolo, il Royal Park I Roveri.
Una bella e lunga amicizia mi lega a Greg, nata sui campi da golf e che poi si è allargata anche fuori dall’ambito sportivo.
‘Se fai del bene, poi ricevi del bene. Fare del bene è un moltiplicatore di felicità!’
Greg inizia con queste belle parole la nostra chiacchierata post-Open d’Italia Disabili.
Si riferisce al bell’evento organizzato da lui stesso con il pieno supporto del suo circolo, il Royal Park I Roveri di Torino, il Comitato Paralimpico del Piemonte e Federgolf Piemonte: un open day per promuovere il golf tra le persone con disabilità. Un successo che ha superato ogni aspettativa.
‘Sono già stato una volta Campione d’Italia, ma ora sono più maturo, più responsabile. Voglio utilizzare questa mia piccola notorietà per fare del bene, per incoraggiare le altre persone con disabilità. Se ci sono riuscito io, possono farcela tutti! Avere vinto non mi sembra ancora vero, le coppe sì sono belle, sono luccicanti, ma dietro di esse c’è fatica e sudore, rappresentano la riconquista di me stesso dopo due anni bui. Nelle ultime buche del secondo giro dell’Open d’Italia ero stremato: non mollare mai – mi dicevo prima di ogni colpo. Il non mollare mai è come una speranza: continua ad andare avanti, non sai mai cosa puoi trovare dietro l’angolo’.
Greg da diversi anni ha trovato in Iris la sua compagna di vita. ‘Iris è il mio sostegno, è il motore della mia vita. Come ho già detto, gli ultimi due anni sono stati molto difficili, un anno fa ero convinto di non poter più giocare a golf. Nonostante tutte le mie difficoltà, Iris mi ha sempre incoraggiato. Mi sentivo come in un tunnel dove vedevo solo buio intorno a me, poi Iris ha acceso una luce: prima piccola piccola, poi sempre più grande. E così, piano piano la mia vita è ripresa. Ed eccomi qui!’
Sorride Greg, ha un bel sorriso luminoso e contagioso.
Greg è nato con una tetraparesi spastica causata da complicanze durante il parto: per 10 lunghissimi secondi il sangue non è arrivato al cervello.
‘Se riuscirà a mangiare da solo sarà già tanto’ – questa la sentenza del medico ai genitori.
Ma come spesso avviene, lo abbiamo letto in altre storie pubblicate in questa rubrica, i genitori non si arrendono. Cercano un altro medico, trovano un giovane medico che dà loro speranza. Così la madre di Greg, piano piano, giorno dopo giorno, con piccoli esercizi, poi piccoli passi, prima sostenuto con entrambe le braccia, poi con una mano. Greg impara a camminare all’età di 3 anni.
Continua Greg: ‘Mio padre mi ripeteva sempre che posso fare qualsiasi cosa. Mi raccontava sempre la storia di Cicerone: per vincere la balbuzie si metteva dei sassolini in bocca, e diventò l’oratore più grande di Roma. Inoltre mi spinse ad imparare il jujitsu – arte marziale che ho esercitato per 20 anni – per essere in grado di difendermi. Ho una laurea in Economia e sono Dottore Commercialista. In famiglia mi hanno sempre trattato da persona “normale”, per anni sono andato a Lourdes come volontario, spingevo le persone in carrozzella’.
E il golf? ‘Il putt per me è estremamente complicato e richiede sempre la mia massima attenzione. La mia patologia causa anche tremito alle mani, pensa che da piccolo e per molto tempo non riuscivo a mettere lo zucchero nella tazza. Ma non è stato facile nemmeno con i colpi lunghi: con il driver non riuscivo a superare i battitori rossi, poi sai, se mi metto in testa una cosa…. Ora tiro certe bombe! (gran risata n.d.r.) Il golf mi aiuta molto anche dal punto di vista della mia patologia, oltre che come attività fisica anche come controllo del movimento. Insomma, il golf riempie la mia vita, colma anche le insoddisfazioni che ho avuto nel lavoro. Mi fa molto arrabbiare constatare che ancora ci sono persone convinte che essere disabile significhi stare seduto, in casa, guardare la TV e basta. A me, ad esempio, siccome gioco a golf, non hanno dato il pass disabili per l’auto, pur avendo evidenti difficoltà a camminare! Bisogna cambiare questa mentalità! Abbiamo una vita e viviamola fino all’ultimo respiro!’
Faccio un’ultima domanda a Greg: ma perché ti vesti sempre in maniera così appariscente?
Si fa un’altra gran bella risata: ‘Mi vesto così perché le persone prima mi notano per l’abbigliamento e solo dopo per la disabilità!’