Legno 3? Fatene pure a meno

Nel mezzo del cammin di questa calura agostana, ho qualche notizia golfistica interessante (talune buone, altre cattive NdR) da propinarvi.

La prima è una good news: i pro del Tour sono proprio come noi; anche loro sbagliano sia a destra che a sinistra. Lo sapevate?

Sfatiamo dunque una volta per tutte il mito che se un campione gioca il fade dal tee, eliminerà del tutto la parte sinistra del campo, e che se invece tirerà un draw, cancellerà la parte destra.

Non è vero: anche i più grandi draivatori dal tee sbagliano in egual misura (più o meno) da ambo i lati. Non ci credete? Eccovi dunque le statistiche, che ci raccontano per esempio come un tipino tosto dal battitore come Dustin Johnson, che da parecchi anni ormai è incollato al suo fidato fade, sbagli in rough a sinistra il 15,69% dei suoi tee shot, e a destra il 13,93% delle altre volte in cui manca il fairway.

La morale è una sola ed è che nell’universo golfistico neppure gli dei sono esenti dagli errori. La differenza con noi umani sta però nel fatto che loro sbagliano meno e meglio e soprattutto che sì, sbagliano, ma lo fanno tirando molto più lungo e vicino al green di noi.

Amen.

Passiamo alle brutte notizie: ragazzi, potete riporre il legno 3 nell’armadietto. Soprattutto se lo usate come refugium peccatorum quando, davanti a un fairway stretto come un corridoio, non ve la sentite di sguainare il driver.

Ordunque: le statistiche di ultima generazione hanno dimostrato che la tattica in melina dal tee alla lunga non paga.

Perché? Beh, molto ha a che fare con il design avveniristico dei moderni drivers dalle teste enormi e dalla grande facilità.

Siccome il driver è il prodotto numero 1 sul mercato golfistico, le aziende investono milioni di dollari e assumono veri e propri scienziati per disegnare bastoni che performino sempre al meglio delle loro possibilità.

Il risultato è che i legni 3 restano in secondo piano nella ricerca scientifica: hanno teste molto più piccole, shaft ugualmente lunghi e però concedono ai giocatori molto meno MOI (Moment of Inertia NdR) rispetto ai loro cugini drivers più blasonati.

Tradotto significa che se col driver si colpisce la palla fuori dallo sweet spot, la palla volerà comunque abbastanza dritta e lunga, cosa che potrebbe invece non accadere con il legno 3, il che causerebbe meno distanza e più dispersione con il tee shot.

Infine, un ultimo consiglio: dopo aver riposto il legno 3 in cantina, dimenticatevi delle aste. Mirate solo al centro del green, che è come fare colazione da Tiffany: lì niente di brutto vi può accadere.


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