La professionista Stefania Croce non ha bisogno di presentazioni: vincitrice nel 1993 del LET Ford Ladies’ Classic, dal 1993 al 2003 ha giocato nell’LPGA. Indimenticabile il suo secondo posto (dopo due buche di playoff) dietro l’americana Juli Inkster all’LPGA Championship del 2000.
L’ho conosciuta lo scorso anno: ho avuto il grande piacere di giocare con lei nella ProAm del Ladies Italian Open al Golf Margara, una giornata per me indimenticabile, gustandomi il suo bel golf e l’atmosfera allegra durante tutte le 18 buche.
Quando ho la fortuna di giocare con un/una professionista, poi sento un legame particolare e divento una tifosa sfegatata. Così è successo con Stefania Croce.
Stefania mi aveva detto di aver intenzione di rimettersi in gioco e di voler partecipare all’US Senior Women’s Open. Così, ho cercato ed ho visto il suo nome nella lista delle iscritte.
Dài, forza Stefania!
L’edizione 2022 ha presentato un field zeppo di leggende del golf femminile: Amy Alcott, Dame Laura Davies, Jane Geddes, Juli Inkster, Catriona ‘Beany’ Matthew, Liselotte Neumann, Alison Nicholas, Annika ‘Ms. 59’ Sorenstam, Hollis Stacy e Jan Stephenson
Ma soprattutto, come non ricordare lei, la World Golf Hall of Famer JoAnne Carn, 83 anni! Per la cronaca, ha concluso il round 1 ed il round 2 con 83 colpi, come i suoi anni!
Ho seguito la gara di Stefania: ho subito visto che era partita solida e concentrata, e così si è mantenuta per tutta la competizione. Ha concluso al 13° posto (75, 75, 72, 77, +7), spettacolo!
Al suo rientro in Italia la chiamo: Stefania sei stata grande negli USA!
Le chiedo di raccontarmi la sua gara.
‘Mi sono preparata bene, ero mentalmente pronta. In campo mi sono sentita bene. Ho curato la tecnica con l’aiuto del mio papà e di mio fratello (Angelo e Gianmarco Croce n.d.r.). Per quanto riguarda il putt, l’aiuto di Pietro Ricci – mio collega del Golf Club Varese – ha reso le idee più chiare, supportati anche dal CAPTO.
‘Per ciò che riguarda l’aspetto mentale, ho seguito il metodo VISION 54 (metodo ideato dalle allenatrici Lynn Marriott e Pia Nilsson n.d.r.) che ha cambiato in positivo il mio atteggiamento durante la gara. Mi ha dato la consapevolezza del colpo, gestendo il prima, il durante ed il dopo. Riesci a creare la ‘ricetta’ migliore per te. Io ho trovato la mia ricetta: ed è solo la mia, l’ho costruita io su misura per me.
‘Nel golf l’incertezza è sempre l’anteprima di un errore: quando siamo indecisi sul ferro da usare, ecco, il più delle volte uscirà un colpo sbagliato. Invece bisogna essere determinati, prendere una decisione ‘autoritaria’. Naturalmente alla base di questo deve esserci anche una sicurezza tecnica.’
‘Il campo era difficile, soprattutto i green pieni di pendenze e molto veloci. Ho mantenuto la concentrazione ad ogni colpo, soprattutto ho approcciato cercando di posizionare la palla in modo da non puttare mai in discesa…. con quei green, era praticamente impossibile imbucare anche da un metro…’
E la tua attrezzatura?
Stefania ride. ‘Pensa che una giocatrice americana ha guardato la mia sacca e si è sorpresa che non avessi dei bastoni di ultima generazione… ma io mi trovo bene con questi. Il mio driver poi… ha un sacco di anni! Sai, ne ho provati di nuovi, ma resta il più performante per me, e me lo tengo stretto. Sapendo che negli USA i giudici sono molto severi, prima della gara – presa dallo scrupolo – ho mostrato il mio driver al giudice di gara, per avere il suo ok circa la regolarità…essendo così datato, non si sa mai che mi facessero dei rilievi. Di solito sono i sand che sono sotto esame, ed io ho portato il driver! [grande risata di tutte e due] Poi però che soddisfazione … dopo aver tirato un bel teeshot con il mio vecchio driver, ho sentito la mia compagna di gioco, che a sua volta si apprestava al teeshot, dire alla sua pallina “Vai dove è andata quella di Stefania”.
Siamo ai saluti.
‘Ah, dimenticavo….Hai visto il mio caddie? Nei giorni di gara ha sfoggiato una serie di pantaloni dalle fantasie più incredibili … gli hanno fatto un sacco di foto … è stato troppo divertente!’