Si sa, settembre è il momento del ricominciare. Soprattutto, mai come quest’anno, del ricominciare a fare i conti: le bollette di luce e gas più amenità varie e avariate ci attendono alle porte di ottobre. E, inutile a dirsi, come tutte le aziende italiane, anche i nostri golf club sono costretti a prendere la calcolatrice in mano e a fronteggiare gli aumenti relativi all’anergia e non solo: al varco del primo ottobre, c’è da valutare anche l’inflazione che è sì stimata al 10%, ma che è molto più abbondante se si guarda alle materie prime utili e necessarie alla vita di un percorso da golf.
La situazione è seria, molto seria, inutile girarci intorno: la maggior parte dei circoli calcola spese in più (decisamente impreviste a inizio anno) relative ai costi della luce e del gas che variano da un minino di +100.000 euro annui (soprattutto nel caso di sodalizi con impianti fotovoltaici), a un massimo (fortunatamente raro) di + 400.000.
E non solo.
A quest’impennata dei costi energetici, va aggiunta anche quella relativa alle spese delle sementi e dei prodotti chimici da utilizzare sul tracciato, i cui prezzi sono saliti quasi del doppio in questi ultimi mesi.
Che fare dunque, è la domanda che in queste settimane presidenti e consigli direttivi dei club si stanno ponendo in grande angoscia.
C’è chi non potrà fare a meno di chiedere la classica “Una Tantum” di fine anno ai propri soci e chi invece, paventando che il rialzo dei costi impazziti energetici sarà duro a morire nel breve lasso di tempo, va diritto per l’aumento delle quote associative per il 2023.
Chi invece ha registrato minori rialzi nelle proprie spese cercherà di tamponare le fuoriuscite mettendo già a listino un rincaro dei green fee e di alcuni servizi (es. la ricarica dei cart e dei carrelli elettrici), e comunque quasi tutti i presidenti prevedono un minor orario di apertura delle club house. Addirittura, soprattutto in alcuni sodalizi al nord, si stima di chiudere totalmente la casina sociale per i mesi invernali, lasciando aperti ovviamente solo il campo e il driving range.
Questo dunque è il quadro dell’autunno/inverno golfistico che ci aspetta: non è roseo e non è facile, certamente, ma al contempo si sa: là, fuori dai cancelli, è pure molto peggio. Dunque non lamentiamoci e proviamo a tirare innanzi (e magari, pure dritto che non guasta mai).