Inutile nasconderselo: dopo l’eclatante vittoria al Genesis Scottish Open di domenica scorsa, questa settimana, in occasione dell’Open Championship al Royal Liverpool, tutti gli occhi dei guardoni delle cose del golf sono puntati su un uomo solo: Rory McIlroy. Il quale, però, non vince un titolo del Grande Slam da ben 3.269 giorni, da quel titolo conquistato nel 2014 al Pga Championship, che per ora resta il quarto e ultimo successo tra i major del fresco numero 2 del World Ranking.
Cosa dunque è mancato a Rory in tutti questi anni di “zeru tituli” del Grande Slam? A leggere le statistiche , il putt, fondamentalmente: i numeri indicano infatti che nei 34 tornei major disputati dall’ultimo Pga Championship vittorioso del 2014, Rory, nonostante abbia collezionato nello stesso periodo ben 19 top 10 nei major, ha anche però collezionato delle pessime performance in green, soprattutto negli ultimi giri dei tornei.
Per dire: se si esaminano le volte in cui la domenica di un major McIlroy è partito entro i 5 colpi dalla leadership, si nota come il numero dei putt totali si attesti su una media di 30,7 contro i 29,8 dei primi tre giri.
E ancora: nelle stesse occasioni il suo scrambling è crollato dal 60,5% dei primi 3 round al 51,9% della domenica.
Non siete ancora convinti che il putt di McIlroy non funzioni nel quarto round? Allora gettiamo un occhio agli Strokes Gained Putting nei major degli ultimi due anni: tra il giovedì e il sabato del torneo Rory guadagna in green un +0,64, mentre scende a un +0,27 nella domenica.
E però… però quest’anno le cose potrebbero andare diversamente. Intanto il Royal Liverpool è un campo nel quale, sempre nel 2014, il nordirlandese ha vinto un Open Championship e dunque il percorso potrebbe regalargli bei ricordi; poi Rory arriva al torneo fresco di una vittoria strepitosa in Scozia e sulla scia di ben 6 top 10 negli ultimi 6 tornei giocati, il che significa che ha il pieno di fiducia. E ancora: dal 2017 a oggi, al The Open, McIlroy è 27 sotto al par sul totale dei suoi score, piazzandosi secondo in questa speciale classifica, mentre è quello che, insieme a Scheffler, vanta le migliori statistiche da tee a green nei tornei del Grande Slam.
Che sia la volta buona?