PGA Tour – LIV Golf, niente più tribunali…anzi no

PGA Tour – LIV Golf, niente più tribunali…anzi no

Come sappiamo, l’accordo quadro tra PGA Tour e PIF (il Fondo Sovrano saudita) ha sancito l’immediato cessate il fuoco in merito a qualsiasi disputa legale in corso.

Nel rispetto dell’accordo, nei giorni successivi le parti hanno presentato una istanza unitaria in cui esprimevano la volontà di rinunciare ad ogni reciproca pretesa, precludendosi così anche ogni possibilità di riproporre le cause in futuro.

Quindi, aule di tribunale, capitolo chiuso?

Non é proprio così, ma non per volontà dei firmatari dell’accordo.

Ci ha messo lo zampino il New York Times, presentando un’altra istanza, di tenore ben diverso.

L’oggetto della disputa innescata dal quotidiano statunitense sono i documenti prodotti dalle parti nel corso della causa che, vi ricordo, aveva ad oggetto la presunta violazione delle norme antitrust da parte del PGA Tour.

Il NYT sostiene che almeno una parte di tali documenti, secretati in corso della causa e destinati, secondo il PGA Tour e la LIV Golf, a rimanere tali, debba essere resa di pubblico dominio, in nome del diritto all’informazione.

Secondo i legali del NYT, il pubblico interesse deve prevalere sul “potenziale danno competitivo” paventato dai legali dei Tours, in  particolare dal pool di quelli della LIV Golf.

Nell’ultima seduta tenutasi presso la Corte Distrettuale, il Giudice Beth Labson Freeman, non ha respinto l’istanza del NYT, che richiede la pubblicazione di 62 documenti.

Ha però affermato che 48 di tali documenti sono secretati in base a corretti principi di “giusta causa”.

Anche sul fronte delle audizioni della Commissione del Senato, PIF e PGA Tour hanno dovuto piegarsi al volere del U.S.Department of Justice.

Nell’accordo quadro, un passaggio importante é il reciproco impegno a non cercare di accaparrarsi i giocatori “altrui”.

Ebbene, questa promessa é stata depennata dagli accordi, perché avrebbe rappresentato un potenziale ed assai pericoloso addebito in caso di verifica da parte dell’Antitrust Division del Dipartimento di Giustizia statunitense.

Attendiamo gli sviluppi.

Restate sintonizzati.


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