Hayato Yoshida: Il golf è dialogo con se stessi.

Hayato Yoshida è il vincitore della classifica strokeplay lordo della seconda edizione della Giovanni Nasi & Diasorin International che si è svolta a settembre presso il Golf Torino – La Mandria.

Vive nella regione di Tokyo ed è un professionista PGA, ma dovete sapere che ha iniziato a giocare a golf solo dopo il grave incidente in moto in cui ha perso la gamba destra.

Foto: EDGA – Player Profile

Il suo sogno da quando era bambino era quello di diventare giocatore professionista di baseball, gioco molto popolare in Giappone.

Racconta: “Per diplomarmi e diventare un giocatore di baseball professionista, giocavo in una squadra di club amatoriale, allenandomi duramente ogni giorno. Tuttavia, dopo un anno, ho capito di non avere le carte in regola per diventare un professionista e così ho rinunciato al mio sogno. Dopo il diploma, giocavo ancora a livello dilettantistico e la sera lavoravo in un ristorante. Poi decisi di provare a diventare pompiere per sfruttare al meglio le mie forze fisiche. E ci riuscii”.

Ma la mattina del giorno di San Valentino del 2008, quando aveva 24 anni, Hayato ebbe un grave incidente in moto mentre tornava a casa dopo un turno notturno.

Hayato dice: “C’era un taxi parcheggiato su una strada a due corsie con le luci di segnalazione lampeggianti, per far salire un passeggero. Quando mi avvicinai alla linea centrale per superarlo, l’autista partì improvvisamente e mi tamponò. Non riuscii a frenare in alcun modo e a quella velocità mi schiantai contro un palo della luce sul marciapiede, dalla parte opposta della strada.

La mia gamba destra era intrappolata tra la moto e il palo, quasi staccata dal resto del corpo. Non avevo mai visto così tanto sangue e pensai che avrei potuto morire. Poiché stavo studiando per diventare pompiere, mi vennero alla mente le lezioni di primo soccorso: mi legai la cintura in alto sulla gamba destra per fermare l’emorragia, ma non riuscii a fermarla completamente.

Continuavo a perdere sangue poco a poco mentre aspettavo l’arrivo dei soccorsi. Nell’attesa, lottavo per scacciare la paura della morte. Iniziai a parlare da solo, per tenermi cosciente. Fino a quando, finalmente, arrivò l’ambulanza e i paramedici che mi hanno salvato la vita”.

Hayato prosegue nel suo racconto: “Il ricordo di questa esperienza continua a rendermi grato di essere vivo. Quando sono stato ricoverato in ospedale per un anno e mezzo a causa di un’infezione dovuta all’incidente e quando alla fine si è deciso per l’amputazione della gamba, ho potuto dire a me stesso: ‘Posso fare questo solo perché sono vivo.’ Questo sentimento di gratitudine è ciò che mi ha aiutato a sopravvivere a questa esperienza”.

Hayato afferma di aver lavorato molto duramente nella fase di riabilitazione per i successivi 18 mesi, potenziando   tutta la sua muscolatura, le sue braccia e la sua gamba sinistra per avere la migliore mobilità possibile. Poi è stato il momento della nuova gamba, la protesi.

“Il mio medico mi aveva detto che ci sarebbe voluto circa un anno per abituarmi a camminare con una gamba protesica, ma con sua grande sorpresa, mi ci è voluta solo circa una settimana e sono stato rapidamente dimesso dall’ospedale.”

Hayato si rese subito conto che con il baseball avrebbe chiuso definitivamente.

Tuttavia, un giorno un amico d’infanzia gli suggerì di provare il golf, e Hayato non solo avrebbe trovato un nuovo focus sportivo, ma avrebbe scoperto un nuovo percorso per la sua carriera futura.

“La mia prima gara di golf l’ho fatta a 30 anni al Country Club Lotte Minayoshidai. Ho segnato 126 colpi. È stata un’esperienza esaltante e ho potuto godermi completamente il round. Non dimenticherò mai la sensazione di tirare i miei primi colpi. Pensavo che sarebbe stato facile perché giocavo a baseball, ma in realtà è stato molto difficile. Un anno dopo riuscivo a  giocare 90 colpi. Ottenevo un buon punteggio se giocavo per divertimento, ma ero frustrato perché nelle gare i miei punteggi pessimi. Non riuscivo a gestire la pressione. Ho trasformato questo limite in motivazione per allenarmi  e in tre anni sono diventato un giocatore con handicap one-digit”.

Foto: EDGA

Hayato, quali sono i tuoi obiettivi ora?

“Come professionista, spero di poter mostrare ad altri con disabilità simili alla mia che con l’allenamento è possibile diventare dei buoni golfisti. Vorrei essere un giocatore di golf in grado di mostrare alle persone quanto sia emozionante la vita e di incoraggiarle a trovare nel golf la stessa soddisfazione che ho trovato io. Il golf è una sfida stimolante che dovrebbe essere apprezzata da tutti. Come giocatore invece vorrei arrivare tra i primi 50 nel mondo nel ranking WR4GD strokeplay lordo”.

Hayato è anche un po’ filosofo, e aggiunge: “Il golf è un dialogo con se stessi. Il risultato verrà dalle decisioni che prenderai. È importante accettare che qualsiasi risultato non è colpa di qualcuno o di qualcosa, ma è il risultato delle tue stesse azioni. In questo modo puoi avere il controllo. Questo crea un golfista migliore”.


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