Il libro di golf che aspettavate

Se siete in partenza per le vacanze di fine anno e avete tempo e voglia di leggere qualche buon libro e magari pure qualche buon libro di matrice golfistica, beh, ho un titolo interessante da consigliarvi. Intendiamoci, non è nulla che riguardi la tecnica dello swing o del putt, anche perché nella storia del golf non si ricorda qualcuno che sia riuscito a migliorare di un briciolo il suo handicap solo grazie a una buona lettura.

Detto questo, veniamo a noi: il tomo in questione si intitola “Liv And Let Die” ed è a firma di Alan Shipnuck. E sì, è in inglese; e sì, tratta della faida tra il Pga Tour e i sauditi del circuito LIV e del Pif; e sì, racconta per davvero i mille e più retroscena che stanno dietro alla più grande faida del golf mondiale a partire dagli anni ’60.

Ripercorrendo i background di alcuni dei più importanti protagonisti nella guerra in atto tra i vari circuiti, a partire da Greg Norman e da Phil Mickelson, e passando persino per Donald Trump, Mohammad Bin Salman, Tiger Woods, Rory McIlory e Jay Monahan, il libro di Shipnuck fornisce un quadro completo e a volte incredibile degli intrecci non solo umani e sportivi, ma persino politico-economici, che stanno dietro le quinte di un’operazione di marketing così gigantesca come quella del LIV.

Per dire: si parte dal barbaro assassinio del giornalista Jamal Kashoggi, si passa poi dalle successive manovre di politica estera di Jared Kushner (il genero di The Donald), ci si tuffa nella potenza economica di MBS, che a sua volta trova il megafono giusto nell’ego smisurato di Greg Norman et, voilà, la guerra col Pga Tour di un Monahan (che non capisce in cosa si caccia mentre cade nel tranello dei sauditi) è servita in mondovisione.

Meglio di una serie Netflix, meglio di un thriller di Prime, “Liv And Let Die” è certamente un libro che vi lascerà a bocca aperta, soprattutto se, come me, avrete sempre creduto alla vulgata dei good guys del circuito americano, tutti ragazzi che credevamo dal cuore puro e mossi non certamente dal money, ma solo dallo Spirit of The Game… E invece…


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