Sembra che la USGA ci provi gusto

La USGA (United States Golf Association) è “rinomata” per aver preparato per i partecipanti allo US Open, percorsi brutalmente punitivi, spesso in modo controverso.

Esempio recente è lo Us Women’s Open che si svolgeva questa settimana in Pennsylvania, dove sono rimaste a giocare 62 giocatrici (il taglio è caduto a +8) e solo 4 di loro hanno chiuso sotto par dopo le prime 36 buche…

Su questo incipit che arriva dal torneo femminile, dove sembra quasi che ci sia del sadismo a preparare campi poco giocabili, ho voluto dare un’occhiata ad alcuni momenti controversi dei precedenti tornei US Open maschili, dalle preparazioni  estreme dei campi alle posizioni delle buche e alle controversie sulle regole.

Iniziamo con Ernie Els nel 1994…

1 – OAKMONT 1994

Dopo uno straordinario terzo giro in 66, Ernie Els aveva un vantaggio di tre colpi nell’ultima giornata, ma l’allora ventiquattrenne iniziava male la domenica con un colpo a sinistra nel rough altissimo.

L’unica opzione possibile per il sudafricano sembrava essere un lay up per togliersi da quel lie impossibile, dimenticando il green con il colpi regolamentari.

Una volta raggiunta la palla, era evidente per Els che una gru televisiva fosse sulla sua linea di gioco. Un arbitro dopo aver  considerato la gru come ostacolo inamovibile, concedeva ad Els un droppaggio senza penalità, in una  posizione più pulita e molto più giocabile.

Poteva sembrare un colpo di fortuna, ma il fatto era che la gru fosse in realtà perfettamente mobile. Era stata spostata già quattro volte quella stessa domenica prima dell’arrivo di Els e, non appena giocato il colpo, fu spostata di nuovo per coprire l’azione in un’altra parte del percorso. L’arbitro avrebbe poi ammesso l’errore.

Els chiuse la giornata in testa alla pari con Colin Montgomerie e Loren Roberts e poi vinse il playoff di 18 buche il giorno seguente.

Guardatelo qui dal minuto 36:33.

2 – THE OLYMPIC CLUB 1998

La USGA ha spesso sistemato posizioni di bandiera estremamente difficili negli US Open, ma all’Olympic Club del 1998, molti hanno pensato che si fosse andati oltre il limite per la posizione della buca alla 18 del secondo giro.

Fu sistemata in uno dei punti più alti, su una porzione molto piccola del green. Numerosi giocatori che mancavano l’obiettivo rimanevano a guardare sorpresi (e furiosi) la palla che tornava indietro velocemente, e talvolta oltre al punto dove si trovavano.

Qui l’ultimo giro.

3 – INVERNESS CLUB 1979

Alla buca 8 del primo giro a Inverness, Lon Hinkle vide un’opzione non convenzionale sul tee shot. Puntando verso una piccola apertura negli alberi riusciva a giocare verso il fairway della 17, riducendo drasticamente la lunghezza del par-5. Facendo il birdie. Il compagno di gioco di Hinkle, Chi Chi Rodriguez e diversi altri utilizzarono la medesima strategia.

Il giorno seguente, la scorciatoia non era più un’opzione. Durante la notte, il presidente della commissione campo aveva pagato per posizionare un albero sufficientemente largo per colmare lo spazio libero. Prevedibilmente, divenne noto come “The Hinkle Tree”.

4 – BETHPAGE BLACK 2002

Il percorso che il prossimo anno ospiterà la Ryder Cup fu anche la sede di un’edizione dello Us Open nel 2002

Ai tempi, un carry con il tee shot di quasi 240 metri di volo per arrivare al fairway sembrava piuttosto brutale. Provate ad unirlo ad un forte vento contrario e ad un terreno morbido. Questo è quello che successe al par 4 della 10 a Bethpage. Un vero incubo per i giocatori più corti dal tee con la media dello score salita a 4 colpi e mezzo  nel fine settimana. La sensazione era che l’impostazione della buca favorisse troppo i bombardieri. “Credo che il 50 per cento del field non  riusciì a raggiungere quel fairway”,disse Mike Weir in seguito.

5 – SHINNECOCK HILLS 2004

I giocatori iniziarono troppo bene a Shinnecock nel 2004. Dopo due round, 11 di loro erano sotto par, e all’USGA non piacque. Decisero quindi che la cosa più sensata fosse smettere di innaffiare il percorso per consolidarlo.

Sfortunatamente, prima del giro finale, avevano praticamente perso i green e dovettero innaffiarli durante il gioco solo per mantenerli vagamente giocabili. Non troverei altra parola che “vagamente” dal momento che  la media del punteggio nell’ultimo giorno fu di quasi 79 colpi. (78,7)

Alla fine, solo in due giocarono sotto par: il vincitore Retief Goosen e Phil Mickelson.

6 – CHAMBERS BAY 2015

Fu il secondo major dell’anno di Jordan Spieth, che dopo aver segnato un giro di 5 colpi sotto il par , chiuse con un colpo in meno rispetto al collega americano Dustin Johnson.

Tuttavia, le polemiche sui green furono feroci: la qualità della superficie era estremamente scarsa. Addirittura non si riusciva a distinguere il taglio dei fairway dagli avantgreen,  costringendo gli organizzatori a tracciare con lo spray bianco i contorni dei green stessi.

Con soli otto giocatori che finirono sotto par quella settimana, fu ampiamente dimostrato che l’organizzazione non fu all’altezza degli standard di un campionato major.

7 – OAKMONT 2016

Dopo la controversia a Chambers Bay l’anno precedente, le cose non migliorarono allo US Open del 2016, in cui Dustin Johnson vinse il suo primo major.

La palla di Johnson sul green della 5 durante l’ultimo giro si spostò.

DJ si fermò assicurandosi di interpretare correttamente la sentenza.

Più di un’ora dopo, la USGA informò Johnson che non era sicura se dovesse essere penalizzato con un colpo per aver causato il movimento della palla. Informarono Johnson che l’azione sul 5° green sarebbe stata rivista e pronunciata alla fine del suo round. All’americano fu poi comminato un colpo di penalità, riportandolo a 4 sotto il par, punteggio comunque sufficiente a vincere di tre colpi.

8 – SHINNECOCK HILLS 2018

Mickelson stava avendo diversi problemi durante il terzo giro dello US Open 2018 a Shinnecock Hills. Dopo aver fatto bogey su quattro delle ultime 5 buche giocate fino a quel momento, si diresse verso la buca 13.  Aveva un putt da 5 metri e mezzo per il bogey  in discesa.

Lo colpì appena forte, ma prima che la sua palla potesse scappare ancora più lontana la inseguì colpendola di nuovo mentre era ancora in movimento.

Ovviamente contro le regole, Mickelson è riuscito a evitare la squalifica nonostante la loro ragione giustificabile per farlo. Ha segnato un 10 sulla buca e ha attirato un’ira di critiche in tutto il mondo del golf.

In effetti il torneo a Shinnecock fu criticato principalmente nella terza giornata perché molti giocatori come Zach Johnson credevano che la USGA avesse perso il controllo del campo. Disse anche che il risultato del torneo fosse totalmente affidato alla fortuna. Anche altri giocatori come Pat Perez criticarono l’ingiustizia di alcune delle posizioni di bandiera, come quelle della 13 e della 15.

Quest’anno la 124ma edizione si terrà sul percorso n°2 di Pinehurst. Praticamente un tempio. Un campo che Francesco Molinari, il fratello Edoardo e Matteo Manassero avranno il piacere di giocare. E tutti noi di seguirli il più a lungo possibile.

USGA non facciamo scherzi ok?


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