Una Ryder ad alta tensione?
La strada che porta a Bethpage sembra essere costellata di indizi e segnali che parlano di una Ryder Cup ad alta tensione.
Praticamente ogni giorno arrivano un pensiero, una esternazione o addirittura una messa in guardia su quello che potrebbe succedere la prossima settimana sulle tribune e dintorni.
Possiamo cominciare da Lenny Wadkins, otto volte membro del Team USA (1977-1979-1983-1985-1987-1989-1991-1993) e Capitano nel 1995 (perse in casa a Oakland Hills contro l’Europa guidata da Bernard Gallacher ).
Ricordando i giorni delle sfide disputate fuori casa, il Major Champion (PGA Championship del 1977) ha voluto sottolineare che:
“Ho sempre trovato molto interessante il fatto che non abbiamo mai parlato di quello che é successo a noi quando stavamo giocando in Europa”
“Ricordo che nel 1985 (The Belfry, Europa 16,5 – Stati Uniti 11,5, NDR) , quando venni presentato sul tee della 1, l’intera tribuna fischiò contro di me”
Ricordando poi un episodio della Ryder del 1989, duramte una foursome giocata con Payne Stewart, ha raccontato ciò che accadde alla buca 18:
“Nessuno ha applaudito al mio chip-in per l’eagle. Speravano che lo sbagliassi”
“Quello che voglio dire é che noi là abbiamo subito lo stesso trattamento. Semplicemente non ce ne siamo mai lamentati (fino ad oggi, NDR)”
“A volte penso che gli Europei siano una manica di smidollati che non riescono a reggere la tensione”.
Grazie Mr.Wadkins, un bell’inizio, soprattutto perché arriva da un Past Captain.
Passiamo ora a Paul McGinley.
Il Condottiero e trionfatore di Gleneagles ci ha tenuto a stigmatizzare il fatto che i giocatori del Team USA riceveranno un gettone da 500.000 $ (di cui 300.000 da destinare in beneficenza) a testa per rappresentare il loro Paese, stabilendo un non invidiabile primato (é la prima volta nella storia della Ryder Cup).
“Seve Ballesteros, Nick Faldo, Ian Woosnam non sono stati mai pagati”
“Curtis Strange, Lanny Wadkins e Jack Nicklaus neppure”
“I giocatori moderni hanno superato il limite per incassare mezzo milione di dollari”
“E’ la mentalità di scrollare l’albero dei soldi dovunque e ad ogni occasione”.
McGinley ha solo ravvivato una polemica che é molto sentita anche oltreoceano, dove anche i commentatori statunitensi sono preoccupati.
Brandel Chamblee, commentatore per Golf Channel, non usa giri di parole:
“I giocatori hanno (sempre) giocato per l’onore di competere per il loro Paese, portando con sé, così facendo, le speranze di milioni di tifosi, per il fatto di incarnare i valori e lo spirito del proprio Paese su di un palcoscenico mondiale”
“Quest’anno il Team USA ha chesto di essere pagato, e chiedere di esserlo avendo il privilegio di rappresentare il tuo Paese é antitetico all’onore inisto in ciò”-
E i commentatori europei non la pensano diversamente, anzi.
Andrew Coltart, che commenta per Sky Sports, conosce bene i tifosi americani, essendo stato membro del Team Europe che perse a Brookline in un clima a dir poco infuocato, quando tanto i giocatori americani quanto i loro tifosi si distinsero per l’assenza di fair play, soprattutto durante i singoli.
Ebbene. l’ex-giocatore scozzese offre uno spunto di riflessione interessante, ovverosia che il clima infuocato paventato da tutti potrebbe rivoltarsi contro il Team USA, se le cose si dovessero mettere male.
“Ti guardi intorno e vedi i tuoi tifosi che ti gridano contro. Io credo che questo possa accadere, e penso che loro (i giocatori americani) lo sappiano, e la cosa li preoccupa”
“Al pubblico di New York non interessa da dove vieni e cosa tu stia facendo. Hanno pagato il biglietto per vedere una vittoria, e nulla di meno”.
E se a tutto questo aggiungiamo, come ciliegina sulla torta, il pensiero di Sam Torrance che “non riesce a vedere un risultato diverso dalla vittoria” per il Team Europe, lo scenario é completo.
Concludendo.
Il clima sarà torrido? Ne sono convinto, lo dico da tempi non sospetti.
Ci sarebbe un modo per mitigare il problema? Sì, ed é il comportamento dei giocatori, in particolare quello degli statunitensi,
Ma qui casca l’asino,
Al di là dei proclami del Capitano del Team USA, la Ryder Cup di Betjpage é, per gli statunitensi, un punto di svolta: hanno una sola opzione, e cioé vincere, ed in maniera convicente.
Fra loro e questo obbiettivo si frappone la corazzata Europe, un team solido che nei giri di pratica sul Black Course ha mostrato una grande tranquillità, e, pertanto, Keegan Bradley, i suoi assistenti ed i giocatori del Team USA dovranno stare sul pezzo dal primo all’utlimo secondo dei tre giorni di gara.
Perché l’ombra di Medinah incombe su di loro.