Il rough tagliato, la Ryder persa

Il rough tagliato, la Ryder persa.

Bethpage Black, il campo che da decenni incute timore solo a pronunciarlo, è stato addomesticato. E a pagare il prezzo di questa scelta, sono stati proprio gli Stati Uniti.
In quella che doveva essere la Ryder Cup del riscatto, il “campo dei campi” si è trasformato nel miglior alleato del Team Europe. Il risultato finale, 15 a 13 per l’Europa, racconta una partita combattuta, ma chi ha visto il torneo sa che il colpo di scena è arrivato prima ancora del primo tee shot: quando Keegan Bradley ha deciso di “alleggerire” Bethpage.

Un setup che ha tolto il veleno

La decisione di rendere il percorso più accessibile nasceva da un’idea precisa: favorire la potenza americana, eliminando gli elementi più punitivi del Black.

Il rough, tagliato sotto i tre pollici in diversi punti, non rappresentava più il muro che fa tremare i pro al PGA Championship. I fairway, allargati in media del 10–12% rispetto al 2019, lasciavano spazio a errori che in passato sarebbero costati un colpo pieno. E poi c’erano i green. Ammorbiditi da piogge leggere e da un’irrigazione prudente, erano lenti e recettivi, con stimpmeter attorno a 10.5, ben lontani dagli 11.8–12.2 che avevano fatto tremare tutti i giocatori nelle edizioni dei Major disputate su questo percorso.

Il risultato è stato un campo “mid-score”: non cattivo, non indulgente, ma neutro.
E un campo neutro, alla Ryder Cup, è sempre un vantaggio per chi sa giocare dritto e pensare meglio e non per chi vuole imporsi con la forza.

Le cifre del nuovo Black

I dati parlano da soli. Durante le prime due giornate, la percentuale di fairways hit è rimasta sopra il 67%, contro il 54% registrato nell’ultima edizione del PGA Championship.

Il green in regulation rate ha superato il 70% complessivo nei foursomes e quasi il 75% nei fourballs — numeri inconcepibili per Bethpage.Il rough, misurato venerdì mattina, variava da 2,5 a 3,2 pollici, quando nel 2019 era oltre i 4,5.
La prossimità alla bandiera (average proximity to hole) sui colpi da 150 a 200 yard è stata di 26 piedi, quasi cinque in meno rispetto alla media storica del percorso.

Tradotto: meno dispersione, meno penalità, più colpi comodi.

È un Bethpage che sembrava quasi un Torrey Pines lucidato, non il campo operaio e brutale che i newyorkesi amano definire “il test più onesto del golf”.

Green morbidi, scelte limitate

Uno degli elementi più discussi tra i giocatori è stato proprio il comportamento dei green. La combinazione di piogge leggere, alta umidità e taglio non aggressivo li ha resi estremamente recettivi. Le palline si fermavano troppo in fretta: niente rimbalzo, poco roll, e linee più prevedibili. Il che ha creato un paradosso. In teoria, un campo morbido avrebbe dovuto aiutare i colpitori più lunghi, ma in realtà ha livellato tutto: con green facili da colpire e leggere più lineari, le differenze di potenza non servivano più.

Chi giocava da 180 o da 155 yards aveva lo stesso risultato: un ferro medio piantato al centro del green, due putt e via. Il vero “grind” del Black era sparito.

Bunkers meno influenti, rimbalzi prevedibili

Altro elemento sottovalutato: i bunkers. Bethpage ne conta 75, ma in questa edizione hanno influito pochissimo. I fairway più larghi ne hanno esclusi molti dal gioco, e i greenside bunkers, con sabbia nuova e umida, non rappresentavano più la trappola di un tempo.
Molti approcci fuori linea sono finiti in bunker facili, con lie puliti e salvataggi quasi automatici.

Il tasso di scrambling from sand è stato sopra il 58%, un valore altissimo per un campo notoriamente cattivo con chi sbaglia lato corto.

Bethpage senza paura

Tutto questo ha avuto un effetto psicologico evidente. Il Black, di solito, mette ansia già dal tee. Ma con fairway visivamente più aperti e rough che “non punge”, i giocatori non hanno mai avuto quella sensazione di claustrofobia che definisce Bethpage.
Gli shot tracer lo mostrano bene: le traiettorie erano più aggressive, gli swing più rilassati, e i tee shot di buche come la 5 o la 12 (due trappole storiche) hanno visto percentuali record di fairways colpiti.
Persino la buca 15, un par 4 da 456 metri, ha concesso un sorprendente 43% di GIR in due colpi, contro il 27% del 2019.

Il verdetto finale

Il setup di Bethpage 2025 resterà come un caso da manuale su come le buone intenzioni possano stravolgere un’identità.
Il campo è stato pensato per favorire la squadra di casa, ma nel tentativo di semplificarlo, si è perso il suo DNA.
Un campo largo, morbido e prevedibile diventa un test mentale e l’Europa sa da tempo come vincere.

Bethpage non è stato un cattivo campo: è stato un campo inoffensivo. E un Bethpage inoffensivo è come un’auto da corsa senza freni né acceleratore: va, ma non spaventa. Alla fine, il campo più temuto d’America ha dimenticato chi era e il risultato si è visto sul tabellone.

 


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