Chi, come me, segue anche il tennis, ha visto gli effetti devastanti del caldo umido all’ATP Shanghai Masters: i crampi hanno mietuto vittime illustri (primo fra tutti il nostro Sinner), crampi anche al runner-up Arthur Rinderknech durante la cerimonia di premiazione.
Nella medesima settimana, a meno di 3 chilometri dalla Qizhong Forest Sports City Arena – dove si è svolto l’ATP Masters – si è giocato il Buick LPGA Shanghai.
Guardando la cronaca delle giornate, sono rimasta perplessa dallo stato pietoso dei green: non potevo credere che una tappa del maggior tour femminile si potesse giocare in una situazione del genere. Bruciati, pieni di buchi, con ciuffi d’erba sparpagliati e irregolari.
Guardate anche voi i video degli highlights sul canale YouTube dell’LPGA (raccomando quello del playoff thriller tra Jeeno Thitikul e Minami Katsu) e ve ne renderete conto.
Noi golfisti della domenica ci lamentiamo per molto meno.
La situazione è apparsa grave fin da subito, così da spingere LPGA ad emettere un laconico comunicato: “Siamo a conoscenza delle condizioni del percorso Buick LPGA Shanghai. Il sovrintendente del percorso, il team del torneo ed i responsabili delle regole LPGA hanno lavorato duramente per affrontare le condizioni di caldo estremo di questa stagione, in preparazione dell’evento. Continueremo a monitorare la situazione e a prenderci cura del percorso in modo appropriato durante tutta la settimana”.
Lo stato dei green non ha però penalizzato più di tanto il punteggio, anche se tante volte si è vista la pallina saltare, deviare all’ultimo centimetro, sbordare inesorabilmente.
In certi green centrare la buca era una vera e propria scommessa, non c’era AimPoint che tenesse.
Comunque l’abilità con il putter fa sempre la differenza, sia quando i green sono ‘tirati’ come biliardi, sia quando sono più simili a colate di asfalto, come a Shanghai.