A soli 16 anni, Taisei Nagasaki ha perso un torneo. Ma ha vinto qualcosa di più grande: il rispetto del mondo del golf.
Quando si hanno sedici anni, le delusioni più grandi raramente arrivano dai green di Augusta o dai fairway del Royal Birkdale. Ma se sei un giovane prodigio giapponese con il sogno di qualificarti per il Masters e l’Open Championship, allora sì — può succedere anche questo.
È accaduto a Taisei Nagasaki, promessa del golf nipponico, che ha sfiorato la vittoria all’Asia-Pacific Amateur Championship disputato al Dubai Emirates Golf Club. Battuto solo alla terza buca di playoff dal thailandese Fifa Laopakdee, Nagasaki ha lasciato un segno profondo non solo per il suo talento, ma per un gesto che ha commosso gli appassionati di tutto il mondo.
Un gesto che vale più di una vittoria
Pochi istanti dopo aver perso, le telecamere lo hanno ripreso mentre si inchinava verso il percorso di Dubai: un profondo, sentito inchino giapponese al campo, al torneo, alla sfida stessa.
Un segno di rispetto, di gratitudine e di consapevolezza.
Un gesto semplice, ma potente — che racconta meglio di mille parole la maturità di un ragazzo nato nel 2009, lo stesso anno in cui nacque anche il torneo organizzato congiuntamente da Augusta National e The R&A per far crescere il golf in Asia-Pacifico.
Dalla vittoria sfiorata alla lezione imparata
Nagasaki, originario di Miyazaki, sull’isola di Kyushu, è già un nome noto tra i giovani talenti giapponesi. Nel 2024 ha vinto la categoria 12-14 del Japan Junior Championship e si è classificato secondo ai Junior World Championships di San Diego.
Ma nulla lo aveva preparato alla pressione di un putt che poteva aprirgli le porte di due Major.
Dopo aver dominato i primi tre round, con un vantaggio di cinque colpi, la tensione lo ha tradito nell’ultima giornata: sei bogey, solo due birdie, e la fatidica 72ma buca . Da dietro un bunker, Nagasaki ha eseguito un colpo magistrale che lo ha lasciato a quattro piedi dalla gloria. Il putt è uscito di poco.
Nel playoff, ha resistito fino alla terza buca extra, quando un approccio leggermente corto ha consegnato la vittoria a Laopakdee, primo thailandese a trionfare nel torneo.
“Non sono ancora abbastanza forte, ma lo diventerò”
Con una maturità disarmante, il giovane giapponese ha poi affrontato le telecamere:
“Quando penso a palcoscenici come il Masters e l’Open, mi sento ancora nervoso. So di non essere ancora abbastanza forte mentalmente, ma continuerò ad allenarmi e a vincere esperienze per tornare più pronto l’anno prossimo.”
Parole che raccontano la sua umiltà e la fame di crescita, la stessa che anni fa animava un altro grande del golf giapponese: Hideki Matsuyama.
Non a caso, il gesto di Nagasaki ha ricordato a molti quello del caddie di Matsuyama, Shota Hayafuji, che si inchinò al green di Augusta dopo la vittoria del suo giocatore al Masters 2021. Un’immagine diventata simbolo universale di rispetto e gratitudine.
Il rispetto come vittoria silenziosa
In un’epoca in cui lo sport spesso si misura in numeri, record e premi, la riverenza di Taisei Nagasaki ha ricordato a tutti cosa significa davvero essere sportivi.
Non serve un trofeo per lasciare un segno: basta un gesto sincero.
Quel bow — quell’inchino — resterà impresso come una delle immagini più pure del golf moderno.
Perché il rispetto, a volte, è la forma più alta di vittoria.

