Justin Thomas e lo “stimpgate”
Devo confessarvi che gli americani non smettono mai di stupirmi, glene do atto.
Quando il Team Europe perde, la motivazione é abbastanza evidente.
A Hazeltine, nel 2016, Darren Clarke aveva convocato alcuni giocatori non in formissima, lasciando così la porta aperta agli statunitensi che ne approfittarono ottenendo una vittoria netta (17-11).
Nel 2021, invece, il Team USA a Whistling Straits ci surclassò (19-9) con un gioco stellare, segnato dalle prestazioni maiuscole di Dustin Johnson (5 punti), Patrick Cantlay e Collin Morikawa (3,5 punti), Bryson DeChambeau, Scottie Scheffler e Justin Thomas (2,5 punti).
A queste motivazioni non sono mai seguite né dietrologie né astruse ricerche di cause poco probabili, ma solo analisi oggettive svolte dagli staff dei Capitani e dai giocatori.
Ebbene, é ufficiale che gli americani non ce la fanno.
Si può tranquillamente parlare di esaurimento da Ryder Cup.
Ogni volta che le prendono nascono polemiche all’inteno ed intorno alla squadra che si trascinano, alimentate da impietose analisi fatte dagli analisti.
Il Capitano deve sottostare al fuoco di fila delle critiche, e stavolta é toccato a Keegan Bradley che, oltretutto si era parecchio esposto nei mesi precedenti la competizione di Bethpage.
Ma stavolta, come ho detto, gli statunitensi si sono superati.
L’ultima puntata del podcast No Laying Up ha ospitato uno dei senatori del Team USA, Justin Thomas che, tornando ad analizzare gli avvenimenti di Bethpage, ha affermato che una delle cause della sconfitta é il fatto che i greens non erano stati preparati secondo le istruzioni del Capitano del Team USA.
“Io non so perché i greens non erano assolutamente come Keegan aveva richiesto”
“Quello che voglio dire é che era stato molto chiaro nel richiedere che avessero una certa velocità, che fossero veloci abbastanza”
“Io li guardavo (gli officials, NDR) discutere con noi affermando che lo stimpmeter restituiva una velocità di 13”.
Ed é stato proprio Thomas, come ha riportato Golf Digest, a rispondere loro:
“…noi giochiamo a golf tutte le settimane…guardate in TV quanti ragazzi restano corti…”
“Nessuno imbuca, e non si vede neanche un putt passare la buca di tre o quattro piedi”
“Questi greens sono lenti, dove farli diventare più veloci”.
Tornando al podcast, Thomas ha poi continuato:
“E’ stato veramente bizzarro, perché non era un qualcosa che ti saresti aspettato ad una Ryder Cup giocata in casa”
“E’ un bel vantaggio che di solito hai, come Team che gioca in casa…ed é stato veramente frustrante dover lottare per cercare di averlo, discutendo per ottenere la velocità che avevamo richiesto”.
Non voglio mettere in dubbio le parole di Justin Thomas, ma mi permetto di fare due osservazioni.
Prima di tutto, se é successa una cosa del genere, c’é un gravissimo problema nel sistema Ryder lato USA, sia di comunicazione che di controllo (mica puoi accorgerti di una cosa del genere a competizione in corso!).
In secondo luogo, mi aspetto che un problema del genere venga gestito a porte chiuse, tra PGA e membri del Team, non certo all’interno di un podcast e tanto meno da un giocatore che non é né il Capitano né uno dei suoi assistenti.
La cosa di cui invece ringrazio pubblicamente Justin Thomas é di avere alleviato la preoccupazione che ho da due settimane perché sto puttando male.
Ora mi sento meno solo.
