Accorciamo i driver? E perché no i putter?

Se possedete un driver con uno shaft di oltre 46 inches, iniziate a guardarlo con sospetto: potrebbe diventare presto illegale.

Nulla di definitivo è ancora scritto, ma sul Pga Tour già circola la voce secondo la quale la USGA, la federazione statunitense del golf che insieme a R&A gestisce le regole del golf, starebbe pensando di ridurre a 46 inches la lunghezza massima dei suddetti shaft.

Perché, vi stareste chiedendo voi: ebbene, la scelta farebbe parte di un piano che avrebbe lo scopo di limitare la potenza devastante dei tee shot dei campioni.

In definitiva, una regola immaginata per contrastare la lunghezza esagerata dell’1% della popolazione degli swingatori, avrebbe di riflesso un impatto devastante anche sul restante 99% dei golfisti. Che sono poi i giocatori del weekend, che, nella speranza di volare il bunker piazzato a destra a 150 metri dal tee, tengono vivo il mercato dell’attrezzatura golfistica. E ha dunque ragione Phil Mickelson quando si scaglia via Twitter contro la USGA, sostenendo che, nel primo boom del golf che si sta vivendo da 40 anni a questa parte, sarebbe una scelta “patetica” non far più divertire i dilettanti allo sbaraglio dei club, costringendoli a tirare la palla ancora più corta di quanto già non facciano.

Personalmente, pur facendo mia la teoria di Lefty, mi domando perché, piuttosto che limitare solo la lunghezza degli shaft dei driver, non si possa contemporaneamente anche limitare a 36 inches la misura massima di quelli dei putter: allora sì che finalmente sparirebbero i cosiddetti armlock, pattoni e quant’altro.

Putter armlock

Ma forse, per quello bisognerà aspettare 33 anni, tanti quanti ne abbiamo attesi per vedere sparire l’ancoraggio dei bastoni in green.

(NdR il primo professionista a utilizzare un putter di 51 inches ancorato allo sterno fu Charlie Owens nel 1983. Solo dal 2016 la regola scritta da USGA e R&A non permette più quello stile di putting.)


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