E voi, a quanto sparate il drive?

Si sa, i golfisti sono come i pescatori: sono grandi raccontatori di frottole. Se gli amanti del pesce si vantano di catturare ogni weekend che Poseidone manda in terra almeno una balena grande come Moby Dick, gli swingatori del fine settimana rilanciano millantando drive a bombazza volati in media almeno a 250 metri di distanza.

Eppure, per lo meno per quanto riguarda la lunghezza dei tee shot degli amateur, i numeri e le statistiche raccontano tutta un’altra storia. E si sa: i numeri non mentono. Mai. I golfisti (e i pescatori, invece, sì).

Dunque, partiamo da qui, da un semplice dato: il drive medio del dilettante maschio della domenica misura 195 metri. Punto. Quindi, non i tanto sbandierati 250. Ora, se desideriamo essere ancora più precisi, il drive vola in genere a 216 metri se si ha un handicap di gioco inferiore a 6, e a soli 166 metri se invece l’handicap sale oltre il 21.

Adesso, per curiosità, valutiamo per un attimo i dati del Pga Tour: in questo preciso istante le statistiche ci raccontano che il giocatore più potente del circuito americano è Cameron Champ con 322 yards di media. Tradotto: con bombe di 290 metri.

La cosa si fa ancora più interessante se gettiamo un occhio alla media attuale della lunghezza dal tee del Pga Tour: l’asticella è a poco meno di 297 yards, pari a 268 metri.

Volete qualche dato in più? Eccovi accontentati: se nel 2000 un pro avesse avuto un drive medio di 268 metri, sarebbe stato il terzo giocatore più potente del circuito americano, alle spalle di John Daly (301 yards-271 metri) e niente popò di meno che di Sua Maestà Tiger Woods (298 yards-269 metri).

Wow!

E ancora: nel 2000 solo Daly superava la barriera delle 300 yards di media dal tee; oggi sul Pga Tour la volano addirittura in 87.

Signori e signore, non ci sono trucchi e non ci sono inganni: i numeri parlano chiaro e ci raccontano dunque di un progresso impressionante, dovuto a una migliore attrezzatura, a una migliore condizione fisica, a un’età media più giovane dei giocatori, e, ovviamente, anche all’aiuto della tecnologia.

Nel frattempo gli amateur restano incollati ai 216 metri, quasi cento in meno di Cameron Champ: anzi, incredibile a dirsi, dal lontano 2015, i dilettanti hanno persino perso un metro di lunghezza di media.

Una soluzione rapida per ritrovare potenza col drive ci sarebbe, magari varcando ogni tanto la soglia di una palestra, ma se ne desiderate una ancora più facile, beh, provate a scegliere i tee con attenzione:

Gene Parente, genio di Golf Laboratories, sostiene che si possano guadagnare fino a 3 metri di lunghezza solo utilizzando un tee con un minor diametro della capocchia. Questo perché la maggior parte degli amateur ha un angolo di attacco negativo col driver e questa caratteristica tecnica fa sì che la loro pallina, prima di decollare in aria, frizioni la parte anteriore del tee, aumentando lo spin e dunque diminuendo la gittata di volo.

Tradotto, più piccola è la capocchia del tee, meno frizione si crea: avete preso appunti?


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