All’Hartford Golf Club prove di futuro

All’Hartford Golf Club prove di futuro.

Ricordate la vittoria di Tyrrell Hatton al BMW Championship nel 2020?

Più che dal suo gioco, l’attenzione di pubblico e media fu catalizzata dal suo abbigliamento.

La felpa indossata dall’inglese durante l’ultimo giro a Wentworth suscitò un dibattito sull’etichetta tra i due schieramenti dei puristi e dei progressisti.

Questi ultimi salutarono con favore la scelta di Hatton, augurandosi che, partendo da un professionista, fosse un passo verso un golf meno rigido.

Ora, il processo di revisione delle tradizioni non é né breve né privo di difficoltà.

Io credo che i due schieramenti esisteranno sempre.

Tuttavia ci sono realtà che, con grande coraggio e con una certa dose di lungimiranza, hanno già intrapreso la strada del cambiamento.

Una di queste é l’Hartford Golf Club, un circolo del Cheshire, contea a sud-ovest di Manchester.

E’ un circolo semi-privato, con un percorso a nove buche, che sta cercando di togliere l’immagine elitaria che il nsotro sport fatica a scrollarsi di dosso.

Paul Cunningham, retail manager del circolo ha dichiarato:

“Cerchiamo di agire in modo progressivo”.

Cunningham si occupa anche dei social media, dove il circolo é molto attivo.

In un recente tweet, viene indicata la linea guida che il circolo adotta nella gestione dei tees di partenza.

Facendo proprio il metodo applicato nei circoli statunitensi, suggerisce il superamento del sistema basato sulla distinzione di genere  (tee bianchi/gialli per i getlemen e tee neri/rossi per le ladies).

La scelta del tee da cui partire si basa sulle effettive capacità del giocatore o della giocatrice, come si comprende bene dall’immagine.

Anche per quanto riguarda il dress code, il circolo ha scelto di essere permissivo, consentendo a chi scende in campo di indossare un abbigliamento casual (jeans e felpa, per intenderci).

I soci di Hartford non si formalizzano.

L’insieme di questi cambiamenti, come spiega Cunningham, consente di mettere i neofiti a loro agio.

Oltre ai tees differenziati, il protocollo di insegnamento applicato ad Hartford presenta un’altra peculiarità.

I neofiti partono giocando giri parziali, di tre/sei/nove buche mentre perfezionano il loro gioco, come spiega ancora Cunningham:

“Noi non pensiamo che si debbano necessariamente giocare nove o diciotto buche”

“I nostri juniores seguono un percorso di crescita preciso”

“Cominciano col giocare tre buche, fino a quando riescono a terminarle in score; a quel punto passano a giocarne sei e poi, secondo lo stesso criterio, arrivano alle nove”.

I risultati di questa politica danno ragione al circolo.

In un anno i soci sono passati da 300 a circa 500.

Va precisato che anche l’uscita dalla pandemia ha contribuito all’aumento dei giocatori, come nel resto del Paese, ma l’atmosfera creata a Hartford sicuramente ha influito positivamente.

Dopotutto, come dice Cunnigham: “Stiamo cercando di far crescere il gioco del golf”.

Well done, Hartford Golf Club.


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