Lunedì, mentre ero in viaggio per la tappa dell’Alps Tour in Abruzzo, ho deciso di fare un “pit-stop” al Marco Simone Golf Club.
Il nuovo percorso, costruito “ad hoc” per ospitare la Ryder Cup nel 2023, è stato da poco inaugurato e non vedevo l’ora di poterci giocare.
La domanda che mi sono sempre posto fino a Lunedì era: il campo sarà all’altezza del compito di ospitare i più forti giocatori del mondo in un evento come quello della Ryder Cup?
Non credo di essere stato l’unico a domandarselo; e la mia risposta è SI, per il 2023 sarà pronto sotto ogni punto di vista.
Posso dire con assoluta certezza che il Marco Simone è il primo e unico campo in Italia di “nuova generazione”.
Per nuova generazione non intendo che la sua unica caratteristica sia la lunghezza, ma l’architettura. Il fondo, l’erba, la sabbia e soprattutto i green.
Il campo è talmente immacolato che tirare dai tee di partenza ancora privi di zolle è un po’ come quando accendi il motore della macchina nuova per la prima volta. Da un lato non stai nella pelle di poterla accendere, dall’altro ti senti in colpa perchè vorresti che rimanesse nuova per sempre.
Ho deciso di giocare il campo cercando di immaginarmi come i migliori 24 giocatori del mondo lo avrebbero interpretato.
Il campo è molto mosso e le buche hanno un disegno molto delineato, aiutate dall’altezza del rough che evidenziano in maniera netta la conformazione dei fairway. Tutte le buche richiedono una qualità di gioco altissima
Solitamente i campi che hanno dei “dog-leg” tendono ad obbligare il giocatore a seguire il disegno della buca. Per esempio se il fairway gira da sinistra verso destra, invita un fade e viceversa un draw. Invece il Marco Simone, avendo pochi alberi lascia più spazio alla fantasia. Mi sono immaginato le bombe di Mcilroy con il drive sopra gli ostacoli!
Per quanto riguarda i green, sono folli! Molto ampi e pieni di macro e micro pendenze impercettibili che richiedono un attentissima prova campo per evitare di rimanere fregati sul putt per la vittoria della Ryder Cup. Io sono sicuro che Poulter, se dovesse giocare, imbucherà ugualmente di tutto e di più e ci delizierà con le sue solite esultanze da EROE!!
Attenti però che un personaggio di fantasia negli approcci come Jordan Spieth potrebbe farci molto male. Approcciare in questo campo richiede delle capacità al di sopra della media. Il rough è alto e i green sono duri. Quindi gli specialisti nel flop-shot come Spieth saranno sicuramente fastidiosi!
Oltretutto quest’anno si giocherà qui l’Open d’Italia, e vista la tipologia del campo secondo me vincerà un giocatore che tira molto lungo e che ha delle ottime “mani” con il sand.
Mi viene in mente un certo Paratore che spunta entrambe le caratteristiche. Si può sognare?
La mia considerazione finale è che il Marco Simone va interpretato con l’ottica del perchè è stato costruito: ovvero ospitare la Ryder Cup.
Gli spazi sono ampissimi e la maggior parte delle buche sono state progettate ad anfiteatro naturale per poter ospitare le fiumane di spettatori attesi per un evento di questo calibro. Il campo ha delle buche molto corte per renderlo divertente e molto lunghe per renderlo interessante.
Camminando per i fairway mi immaginavo intorno a me le tribune piene zeppe di tifosi, le urla da stadio e anche la speranza di una vittoria Europea. E tutto questo qui in Italia.
Qualcuno mi svegli! E’ tutto vero? Si. Ho la pelle d’oca.