Se ancora non lo sapete, allora è il caso che vi segniate in agenda col circoletto rosso queste date: 2-3-4 giugno. Perché? Perché in quei giorni si disputerà a Margara la 26sima edizione del Ladies Italian Open, con le migliori 126 professioniste del Ladies European Tour e addirittura 11 azzurre in campo a contendersi il titolo.
Ora: il torneo non potrebbe giungere in un momento migliore per il golf azzurro.
Gli ultimi dati, quelli di maggio 2022, se messi a confronto con quelli di 365 giorni fa, ci raccontano di un’ulteriore crescita del numero di tesserati italiani pari a 5.200 unità. Non solo: se nello Stivale le cifre dei golfisti totali dicono +6,3%, quelle relative alle signore, se ancora una volta confrontate con maggio 2021, raccontano di un ragguardevole +7,75%. Che cosa sta succedendo? Belle cose, parrebbe. Parrebbe innanzi tutto che il boom golfistico che è iniziato nell’immediatezza del post lockdown del maledetto 2020 stia continuando anche nel (quasi? Covid free) 2022.
Parrebbe che l’intuizione della tessera federale a 10 euro per i neofiti stia portando nuova linfa nei golf club, che difatti, grazie a questa cifra ridottissima, riescono a vendere con più facilità lo starter pack del golfista (fatto di blocchetti di lezioni scontate, palline e quant’altro) ai principianti.
E ancora: a giudicare dall’aumento non solo del numero dei tesserati in Piemonte, ma anche di quello del flusso turistico-golfistico nella stessa Regione, quella che per inciso l’anno scorso ha ospitato (sempre a Margara) il Ladies Italian Open 2021, ecco, a studiare questi numeri, verrebbe quasi, quasi da pensare che sì, il bel golf femminile in Italia può fare da traino allo sviluppo del nostro sport e delle sue importanti valenze economiche.
Ma non solo: a leggere ulteriori dati, quelli che certificano la recente crescita del numero degli handicap femminili pari a zero o addirittura meglio, e a seguire l’ottimo andamento agonistico all’estero delle nostre migliori ragazze, beh, mi verrebbe da pensare che se è vero che per le donne riuscire a fare rumore è il più grande atto rivoluzionario, allora forse questa rivoluzione va cavalcata con tutta l’attenzione possibile, perché potrebbe essere la più cosa più bella del golf italiano del futuro.