Perché sarà un anno diverso

Pochi giorni, poche ore ancora e la stagione del Pga Tour riprenderà col turbo con l’atteso appuntamento del Sentry Tournament of Champions alle Hawaii e con il suo montepremi monstre da 15 milioni di dollari.

Ora: se ancora non lo sapete, il torneo inaugurale del 2023 del circuito statunitense fa parte di quel ristretto numero di “Elevated Events” (12) che il Pga Tour ha inventato a partire da quest’anno per avere i best players impegnati tutti insieme nello stesso torneo almeno una volta al mese. Il che ci porta a una doverosa riflessione di inizio anno: credo che il futuro del golf andrà sempre più in questa direzione. Dove? Verso competizioni con field più piccoli, ma con montepremi più alti e con i migliori tutti al via.

Il circuito saudita LIV lo ha capito per primo: se si vuole guadagnare campo (e dollari) nel settore del marketing sportivo, bisogna innanzi tutto guardare allo spettatore e “viziare” gli appassionati.

Dunque, la domanda di partenza che sia il LIV, sia il Pga Tour (in seconda battuta), si sono posti è stata: cosa desidera vedere in tv il golfista? Ovvio: che i grandi campioni giochino più spesso negli stessi appuntamenti.

E così è stato.

Scopriremo nel corso di quest’anno se la strada imboccata da entrambi i circuiti sarà stata quella giusta.

Nel mentre, il DP World Tour apparentemente sembra rimasto indietro, nonostante abbia un 2023 più denso di tornei e più ricco dal punto di vista dei montepremi rispetto alle precedenti stagioni, che, come sappiamo, sono state flagellate dalla pandemia.

Però, attenzione: grazie al ritorno della Q-School di fine anno, nel 2022 solo 117 giocatori hanno potuto mantenere la carta del circuito europeo. Anche in Europa, seppur più lentamente rispetto ad altri tour, sembra dunque farsi strada l’idea di avere meno giocatori con carte garantite. Il che significherà mettere più pressione sui campioni, che saranno costretti a dare il meglio nel corso dell’anno per mantenere i loro privilegi di gioco. Il che, a sua volta, potrebbe, alla lunga, tradursi in una miglior offerta per i telespettatori.

Staremo perciò a vedere come evolverà questo 2023 golfistico, un anno nel quale certamente il divario di possibilità economiche esistenti tra i campionissimi e i giocatori medi sta crescendo brutalmente e certo non si fermerà, anzi. La morte, per esempio, di un circuito minore importantissimo per la crescita dei giovani talenti come l’EuroPro Tour sta a indicare proprio questo: che gli sponsor stanno migrando verso la cima della piramide.

 


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