Il Colosseo insegna a vincere la Ryder, lo dicono gli americani

Rickie Fowler è l’unico tra i 24 gladiatori della Ryder Cup romana che in conferenza stampa ha pronunciato la parola impronunciabile: sfavoriti. Siamo sfavoriti, ha detto.

Forse gli è scappato, forse è solo un trucchetto per scrollarsi dalle spalle il ruolo di favoriti, forse lo pensa davvero, chissà. Fatto sta che per averlo anche solo pensato, probabilmente deve aver prima letto le statistiche che circolano qui al Marco Simone e che raccontano bene la supremazia europea in casa propria.

Per dire: nelle ultime 4 Ryder Cup giocate in casa, gli europei hanno vinto 22,5 punti in foursomes contro i 9,5 degli americani. E ancora: nel Vecchio Continente, dal 2008 i rookie a stelle e strisce hanno conquistato solo il 37% dei loro punti, contro il 54% che invece portano a casa quando giocano negli States. E non meglio di loro fanno i grandi: i top 5 del World Ranking americani in Europa hanno vinto solo il 36,7% dei loro match.

Non è dunque un caso se dal 2002 il Team Europe è letteralmente imbattuto sul proprio suolo e anzi, a dirla tutta, nelle ultime 10 edizioni ha conquistato la coppa per ben 7 volte.

Dunque è in questo scenario che parrebbe a senso unico (ma ovviamente mai dire mai, soprattutto in Ryder) che si sta aprendo il sipario sul tracciato del Marco Simone, quando venerdì mattina all’alba  scenderanno in campo i primi match di doppio.

Un occhio di riguardo però il capitano europeo dovrà metterlo sul fattore fatica: se gli americani hanno riposato da fine agosto a oggi, gli europei hanno continuato a giocare, in particolare a Crans, in Irlanda e a Wentworth.

Ora, su un tracciato del genere, così dannatamente mosso, e con temperature così tropicali come quelle segnate a Roma in questi giorni, il fattore fatica (fisica e mentale) potrebbe salire alla ribalta proprio sul più bello: nei singoli di domenica.

E poi, occhio al rough: se si è fortunati, il primo taglio può essere giocabile al massimo con un ferro 7 in mano, ma se si finisce nel secondo taglio, a cinque metri dal fairway, le cose si fanno davvero impossibili. Ma in fondo questo è il set up che gli europei volevano: punitivo dal tee esattamente tanto quanto lo è stato Parigi e tutti sappiamo nel 2018 come sono andate le cose.

Infine occhio a chi avrà più pazienza: la storia di Roma, come ha ricordato Rickie Fowler, insegna che quando le cose sono costruite con passione e impegno, come il Colosseo, restano immortali. Ed è proprio questa la lezione di storia che gli americani vogliono trarre dalla Capitale: essere pazienti fa entrare nella storia. E non ci sono dubbi che loro vogliano entrarci dal Marco Simone.


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