LIV e Pga Tour, è finita la tregua

Se sono vere le voci di corridoio che girano in queste ore tra l’Arabia Saudita e la sede del Pga Tour Enterprises in Florida, e cioè che i sauditi del LIV non avrebbero più alcuna intenzione di stringere il tanto sbandierato e poi rimandato accordo con gli americani, beh, allora è un gioco interessante provare a immaginare il golf che verrà, in particolar modo dal 2025.

Dato per scontato che gli arabi continueranno con ogni probabilità a foraggiare copiosamente il loro circuito (anche se, stando alle ultime news, rimarrà senza la possibilità di garantire ai giocatori i tanto preziosi punti del World Ranking), diventa interessante capire fino a che punto si potrebbe spingere l’alleanza già in essere tra il LIV e l’Asian Tour, che proprio dal PIF saudita è sostenuto: inutile a dirsi, questo binomio potrebbe diventare l’asse portante dell’assetto di un nuovo ordine golfistico mondiale. Come? Semplice: andando a creare due circuiti collegati tra loro, uno di serie A e uno di serie B, dove ovviamente il primo è e resterà il LIV.

Che ne dite dunque di provare a immaginare dal 2025 un Asian Tour con una decina di tornei da 10 milioni di dollari di montepremi e una ventina da 5 milioni, tutti garantiti dai petroldollari sauditi? In base ai risultati, si potrebbe creare un ordine di merito dove i top 10 a fine stagione guadagnerebbero di diritto l’accesso al tour di serie A, e cioè al LIV, dal quale, in contemporanea, uscirebbero gli ultimi 10 della classifica, che tornerebbero a rigiocarsi le loro chance in Asia.

In questo modo, inoltre, la questione dei punti mancanti del World Ranking verrebbe a essere superata, con i giocatori del LIV che, come stanno ben dimostrando Niemann e Puig, potrebbero ottenerne a sufficienza giocando le gare dell’Asian Tour.

E il Pga Tour Enterprises? Sempre di più sembra pure lui indirizzato verso un circuito di serie A, ovvero quello dei Signature Events, e uno di serie B, cioè quello dei tornei cosiddetti “normali”, anche se fino a oggi non sono mancate le critiche da parte dei giocatori.

Ovviamente staremo a vedere cosa accadrà, anche se nel mentre un tipino informato come Paul Azinger, ex giocatore del Pga nonché ex capitano americano di Ryder, ha appena dichiarato che, a suo parere, stando così le cose, “il Pga Tour è finito, perché i migliori giocatori non sono più su questo circuito, ma sul LIV, e anzi, lo stesso circuito americano ormai è ridotto a qualifica per quello saudita”.

Forse è un po’ drastico, Azinger, o forse l’ex analista della NBC è solo capace di vedere al di là delle prossime due-tre stagioni di golf.


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