La settimana scorsa vi ho raccontato di come il golf sia favolosamente salutare per il benessere mentale degli over 60; questa volta, invece, mi piace soffermarmi sull’incredibile capacità di questo sport di aggregare generazioni anagraficamente lontane tra loro.
Per dire: a 57 anni suonati, la scorsa settimana ho disputato al Golf Ambrosiano il Campionato Nazionale Mid Amateur, il torneo dedicato agli over 25. E, inutile a dirvi, le 54 buche della competizione sono state un viaggio meraviglioso attraverso le diverse età: non solo, tra un bogey e un par, è stato super interessante scoprire le qualità intellettuali e professionali di queste ragazze -le mie avversarie NdR- che per una volta erano impegnate in campo e non in ufficio, ma è stato anche assai confortante verificare in prima persona quanti passi da gigante le giovani di oggi abbiano compiuto verso la loro totale indipendenza rispetto alla mia generazione.
Ma non solo: restando sul tema golfistico, anche tecnicamente il torneo per me è stato una lezione di vita. Mi è piaciuto osservare quanto bene queste giovani sappiano non solo tirare (scoppiare, a dire il vero, vista la lunghezza dei drive) la palla, ma anche stare in campo, e, soprattutto, quanto interessante sia chiacchierare con loro lungo il fairway, scoprendo piano piano le loro mille qualità.
Alla fine, non ho vinto il torneo, ovviamente, ma forse ho ricevuto il premio più bello: un invito a cena da parte delle più giovani, segno che il golf è davvero capace di allontanare ogni differenza e di unire in un unico abbraccio tutte le generazioni. Anche quelle che invece là fuori pare facciano una fatica tremenda a comunicare e a comprendersi.