A poche ore dall’inizio della finalissima FedEx di Atlanta, ultimo atto della regular season del Pga Tour, permettetemi di scrivere quello che non ho apprezzato di questa prima parte della stagione americana.
Innanzi tutto: gli inviti degli sponsor nei field dei Signature Events. Se, come era l’intenzione iniziale, per disputare questi tornei “you have to play better” ossia “devi giocare meglio” come aveva sostenuto Rory McIlroy anni addietro, allora in questo caso le sponsor exemption non dovrebbero esistere.
Se dunque il criterio di partecipazione ai Signature Events deve essere totalmente meritocratico, allora il Pga Tour ha fallito, permettendo a giocatori come Rickie Fowler (o Adam Scott lo scorso anno) di gareggiare pur non avendone il diritto. Eppure è successo ed è successo grazie ai buoni rapporti di alcuni giocatori con gli sponsor. Ed è così accaduto che quest’anno i punti FedEx raccolti da Fowler proprio in questi super tornei gli abbiano permesso di entrare nei play off conclusivi (dove il californiano ha persino lisciato di pochissimo l’ingresso ad Atlanta) compromettendo di fatto la trasparenza della classifica americana ai danni di altri campioni meno mediatici di lui.
Ora: pur provando una stima incredibile nei confronti dello stesso Rickie Fowler, dal mio personalissimo punto di vista tutto questo iter non è corretto.
E ancora: la nuova formula della finalissima per me non ha senso. Innanzi tutto permette ai giocatori top come McIlroy di evitare di giocare alcuni dei play off, quando invece questi tornei dovrebbero essere sostanzialmente obbligatori nel caso si ambisse a vincere il titolo di campione FedEx. E poi: dal momento che per la prima volta da anni da giovedì all’East Lake tutti e trenta i campioni in campo partiranno con un punteggio alla pari, immaginatevi allora per un attimo che ad Atlanta vinca Patrick Cantlay. Ora: che cosa rappresenterebbe questa vittoria? Che senso avrebbe? Che davvero sarebbe l’americano il campione della stagione? Nonostante uno Scheffler dominatore dell’anno con due titoli major e un totale di cinque successi? E nonostante un Rory McIlroy vincitore di una epica edizione del Masters? Suvvia, non siamo ridicoli!
Il cambio della formula di Atlanta non solo ha privato il pubblico di avere la certezza di avere i migliori in campo in tutti i play off, ma soprattutto ha svuotato di senso la vittoria finale, relegandola a un mero “piatto ricco, mi ci ficco” che ricorda molto da vicino i tornei da circo equestre del LIV che tanto il Pga Tour ha deriso.
Nella speranza di essere smentita dalle emozioni da Atlanta, non mi resta che augurare un buon East Lake a tutti!