Gli youtuber di golf piacciono più del Pga Tour

Dicono i saggi che c’è sempre uno, uno soltanto anche tra mille, che prima degli altri si accorge dell’arrivo incombente delle cose fatali.

Oggi, nel mondo del golf professionistico, questo “uno soltanto” è Dottie Pepper, la stimatissima reporter on course della Cbs, che, alla fine del quarto giro di Torrey Pines di domenica scorsa, dopo cinque ore e ventinove minuti infiniti di telecronaca, ha osato finalmente alzare la voce sui tempi elefantiaci di gioco.

“Ritengo – ha dichiarato l’ex star dell’LPGA Tour- che dobbiamo iniziare tutti a utilizzare una nuova parola quando discutiamo del ritmo di gioco, e questa parola è rispetto. Rispetto per gli avversari, per i fan, per il broadcast, per tutti quanti. Solo rispettando i tempi corretti, il gioco e la sua visione potranno migliorare”.

È un grido di allarme che non può e non deve passare inosservato ai piani alti del Pga Tour, soprattutto quando i dati ci raccontano che oggi il pubblico, soprattutto quello più giovane, preferisce seguire online i 40 minuti del golf degli Youtuber, piuttosto che le cinque ore e passa televisive delle stelle del circuito americano.

E ancora: è notizia recente che le ultime visualizzazioni della TGL League di Tiger e Rory sono bombastiche. I dati raccontano infatti di 682.000 views di media contro le 232.000 dell’American Express del Pga Tour. E per giunta, in questa specifica occasione, nell’arena al chiuso della TGL mancavano i padrini dell’operazione, vale a dire Mr. Woods e Mr. McIlroy, che invece tornano questa settimana a ridosso del torneo di Pebble Beach: sarà interessante allora studiare i prossimi numeri e iniziare finalmente a tirare le somme.


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