Gregorio De Leo italo/scozzese ad Acaya. Il vento non batte l’Italia nel video degli Internazionali

Clima scozzese, raffiche a 30 km orari per i 118 guerrieri dell’Internazionale D’Italia Maschile.

Acaya non ha chiuso le finestre al vento, presentando il percorso esattamente come andrebbe giocato, con Eolo a soffiare su un design che chiede ottimi teeshot.

Tante le bandiere straniere, ottimi davvero gli swing di tutti, ma gli azzurri ci sanno fare quando le condizioni di gara chiedono pazienza, ombrelli e strategie di riparo.

L’ultimo round è difficile e Marco Florioli cerca di non sprecare troppi colpi, si accorge che gli score saranno alti e mette in atto una strategia in sicurezza che lo porterà in seconda posizione a fine giro.

Gregorio De Leo arriva però da 3 giri sotto i 70 colpi, “con il 6 davanti” come si dice in gergo, è l’uomo da battere e le telecamere non lo mollano per un secondo.

La pioggia non sembra scalfire uno swing sempre fluido, il sorriso non lo perde mai e dalla sacca estrae l’esperienza accumulata nei campionati e nelle gare con i professionisti. Guadagna nelle prime 9, sapendo di dover ritirare la vela maestra nel difficile ritorno in club house.

Shot of the day alla 13 dove il putt imbucato gli fa intuire la via al successo.

-10 è il suo score finale che vale ben 7 colpi dall’avversario per andare in premiazione ad alzare il trofeo tanto ambito. Anche quello del Nation Trophy con gli amici Romano e Fallotico, quest ultimo già vincitore del primo internazionale in terra straniera.

Bravo Gregorio, che dire, sei forse già pronto per il grande salto ma godere delle tue gesta da amateur per ancora un anno, sinceramente, ci fa piacere.

Perché è solo l’inizio di molti campionati, ed è la ripartenza di un golf che ci stupirà.

Perché è’ la ripartenza degli azzurri che nei primi due internazionali hanno vinto tutto.

Ci siamo

 

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