I consigli di Lee Trevino contro il gioco lento.
Chi meglio di un vincitore di sei Majors, di quasi 30 titoli sul PGA Tour ed altrettanti sul Champions Tour può dare delle indicazioni pratiche su una delle questioni più dibattute di sempre?
Il campione di origini messicane (ma statunitense a tutti gli effetti, essendo nato in Texas) é sempre stato un fiero oppositore del gioco lento ed il re indiscusso del fast-playing golf.
Tralasciando le espressioni colorite che hanno sempre contraddistinto SuperMex, vediamo quali sono le principali indicazioni che ha fornito per garantire una adeguata velocità del gioco.
Percorsi più corti
Rendere i percorsi meno lunghi garantirebbe più divertimento e, di certo, accelererebbe il gioco.
Tenendo anche conto degli handicap medi dei giocatori (come ha raccontato in modo dettagliato Isabella Calogero).
Meno bunkers
Mediamente i percorsi sono troppo impegnativi per il giocatore medio.
Un elemento che influisce molto sulla difficoltà sono i bunkers, che secondo Trevino devono essere meno e meno impegnativi.
Più marshals in campo
Se é vero che vuole vedere meno bunkers, é altrettanto vero che vuole vedere più marshals.
“L’utilizzo di un maggior numero di marshals é di grande aiuto per accelerare il gioco”
“In molti casi il marshal non deve neanche dire qualcosa al team di giocatori in ritardo”
” La sua apparizione é una valida spinta psicologica che fa realizzare loro il fatto che stanno perdendo terreno”.
Porre un limite agli “onori”
In sostanza, il pensiero di Trevino si basa sui concetti del ready golf, ormai ampiamente recepiti nei corollari delle Regole del Golf.
Chi é pronto gioca.
Punto.
Parcheggiare i carts in maniera adeguata
Il texano da indicazioni per i carts, che negli Stati Uniti sono di uso molto più comune cha da noi, ma il concetto si può declinare anche per carrelli e sacche.
La posizione corretta in cui devono essere lasciati in prossimità del green é verso la buca successiva.
Ogni altra posizione comporta perdite (variabili) di tempo.
Fare meno swing di prova
Trevino vuole vedere meno swing di pratica, sia in campo che sul green, perchè non necessari e, molto importante, stancanti.
“Se colpisci la palla 85 volte, ma fai 400 swings, l’unica cosa che otterrai é di andare ko”.
Marcare la palla sui par 3
“I par 3 sono i principali posti di blocco del gioco”
“Un segnale dovrebbe avvisare i giocatori di marcare le loro palline in green per consentire al team che segue di effettuare il colpo dak tee”
“In questo modo si guadagna tempo consentendo al team che segue di raggiungere il green mentre quello che precede chiude la buca”.
Concorderete con me che sono consigli estremamente validi.
Magari qualcuno penserà anche che siano un pò banali.
Ma se vi dicessi che Lee Trevino queste indicazioni le ha date nel 1973?