I dominatori di Hoylake

I dominatori di Hoylake

Oggi il moving day al Royal Liverpool si apre con lo statunitense Brian Harman che comanda la classifica con 5 colpi di vantaggio su Tommy Fleetwood, frutto di un grande secondo giro chiuso con un solido 65.

Non é la prima volta che un giocatore d’oltreoceano si mette in luce a Hoylake.

Questa é la tredicesima volta che il Royal Liverpool Golf Club ospita l’Open Championship.

Le precedenti edizioni si sono disputate nel 1897, 1902, 1907, 1913, 1924, 1930, 1936, 1947, 1956, 1967, 2006 e 2014.

Dodici Open vinti da dodici giocatori diversi, tra cui molti nomi eccellenti.

Vediamo le storie di alcuni dei dominatori di Hoylake.

La prima volta al Royal Liverpool é stata anche la seconda volta che il torneo fu disputato fuori dagli Scottish Borders (la prima trasferta fu quella al Royal St.George’s).

Su un percorso di 6.090 yards (lunghezza monstre per l’attrezzatura dell’epoca), si impose l’amateur Harold Hilton sull’amico e rivale John Ball (anche lui amateur).

Per Hilton fu la seconda vittoria dell’Open Championship, dopo quella del 1892 a Muirfield.

Il suo palmares é completato da quattro Amateur Championship e da uno U.S. Amateur.

Quella del 1907 fu la prima edizione vinta da un giocatore non britannico.

La Claret Jug attraversò la Manica, per fermarsi a casa di Arnaud Massy.

Il campione francese, nativo di Biarritz, cominciò la sua carriera facendo il caddie sul percorso della sua città natale, passando poi professionista a North Berwick.

Al suo attivo, oltre all’Open, anche quattro Open di Francia e tre Open di Spagna.

Il 1930 fu l’anno di Bobby Jones.

Vincendo ad Hoylake, il campione statunitense pose il secondo pilastro di quello che OB Keeler battezzò “Impregnable Quadrilateral”, ovverosia la vittoria dei campionati Amateur ed Open sia in Gran Bretagna che negli Stati Uniti.

 

Nel 1967 l’argentino Roberto de Vicenzo divenne il secondo vincitore più anziano dell’Open (Old Tom Morris vinse a 46 anni e 102 giorni di età nel 1867).

Il popolare campione (229 vittorie in totale al suo attivo), nativo di un sobborgo di Buenos Aires, coronò il suo sogno dopo un inseguimento lungo 20 anni.

Per alzare la Claret Jug dovette resistere al ritorno del defending champion, Jack Nicklaus, mettendo il sigillo alla sua prestazione tagliando con un legno 3 il fuori limite del dogleg della buca 15 e garantendosi il birdie.

Dopo 39 anni di inspiegabile vuoto, l’Open Championship tornò a Hoylake.

E Tiger Woods lo dominò.

Usò il driver una volta in 72 buche, usò il putter in maniera magistrale e chiuse a -18, prima di sciogliersi in lacrime tra le braccia di Steve Williams (era la sua prima vittoria dopo che il padre era mancato, NDR).

Ed arriviamo infine al 2014, l’anno dell’affermazione di Rory McIlroy.

Quell’edizione é ricordata per un ultimo giro al calor bianco per gli score di giornata: Rickie Fowler -5, Sergio Garcia -6, Jim Furyk -7, Marc Leishman -7, Adam Scott -6, Shane Lowry -7, Charl Schwartzel -5 e Graeme McDowell -5.

Ma a Mcilroy fu sufficiente chiudere con uno sotto al par di giornata per mantenere il vantaggio che aveva costruito con tre giri in 66-66-68.

Chissà se Hoylake ci regalerà anche quest’anno un giro finale così…


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