Il Capitano, uno di noi

(fonte wirefan.com)

Il Capitano, uno di noi

Marco Simone Golf & Country Club, buca 16 (sì, proprio quella).

Il tee shot del giocatore finisce nel rough di sinistra.

Arrivato nella zona di atterraggio del drive, il giocatore trova la palla e la gioca.

Subito dopo, si accorge che poco più a sinistra c’é un’altra palla.

Quella che ha giocato dal tee.

Ha giocato la palla sbagliata.

Colpo di penalità, gioca il quarto, che finisce nel bunker a bordo green.

Buona uscita, due putts per chiudere la buca.

Sette, triplo bogey.

Sembra la cronaca di una buca giocata da uno di noi nella gara del weekend (a me capita ancora di sbagliare palla…), ma interprete e scenario sono diversi.

Il protagonista é stato Luke Donald, il Capitano del Team Europe.

Il palcoscenico era il secondo giro dell’Open d’Italia.

“Ho fatto qualcosa che non credo di avere mai fatto giocando a golf”

“Ho giocato la palla sbagliata alla 16, ed é stato frustrante”

“Tutto é nato da un tee shot mediocre nel rough di sinistra”

“Lo spotter (il forecaddie che aiuta i giocatori a localizzare le palle fuori linea) é andato dritto e deciso sulla palla, e io ho dato per scontato che fosse la mia”

“Ma la mia era in realtà pochi centimetri a sinistra, e questo mi é costato un sette sullo score”.

Le similitudini tra il Capitano e noi poveri mortali si fermano qui, dato che lui ha chiuso comunque il giro in 68 colpi, grazie ad otto birdies di giornata.

Ma non te la prendere  Capitano.

Mi piace immaginarti con i tuoi amici che racconti la 16 come faremmo noi amateurs.

Luke Donald, il Capitano.

Uno di noi.


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