Ci muoviamo in un mondo in cui ci sfuggono molte cose e proprio per questo motivo il cervello umano è costruito per essere essenzialmente una macchina predittiva: è sempre all’erta per predire nel modo più accurato possibile ciò che potrebbe accadere. Ma il mondo, come dicevamo all’inizio, è troppo complesso per essere prevedibile.
Eppure… Eppure, soprattutto noi guardoni delle cose del green, ogni settimana ci divertiamo, armati di statistiche sempre più raffinate, a cercare di indovinare chi sarà il vincitore del torneo di turno. Per dire: la scorsa settimana, al Cognizant Classic in Florida, dopo il primo giro in 59, chi non avrebbe scommesso dieci euro su Jake Knapp? O, ancora, chi, nel corso del quarto giro, su quel campo dove la precisione alle aste deve essere millimetrica, non avrebbe puntato il malloppo su Russell Henley, uno dei migliori tiratori di ferri del Pga Tour? E invece… e invece, complici un triplo bogey alla 11 di Knapp e un putt ghiacciato sulle seconde da parte di Henley, dalla ruota del destino è uscito il nome del mancino Joe Highsmith, fresco vincitore con un 64 finale per un totale di meno 19.
Ora, tutto questo preambolo per dire due cose: la prima, che quando non si ha nulla da perdere come Highsmith domenica pomeriggio, è lì che si diventa coraggiosi; la seconda, che l’elemento umano, pur in un mondo sempre più preda di algoritmi perfetti, resta ancora quel qualcosa di incontrollabile che rende fortunatamente la vita interessante da vivere.
Ps nel mentre l’amateur Luke Clanton è salito al numero 92 del World Ranking pur avendo disputato soli 12 tornei del Pga Tour. E adesso si è pure guadagnato la carta. Qualcuno per caso, armato di statistiche, vuole provare a predire dove potrà arrivare questo giovanissimo fenomeno?