C’è in queste ore al di là dell’Oceano, negli uffici del Pga Tour, una spinta imponente che preme affinché muti velocemente la situazione di stallo creatasi (almeno apparentemente) sulla via di Damasco per la pace tra i sauditi e il circuito americano. E così, mentre gli arabi del LIV continuano imperterriti a sganciare fantadollari per “depredare” il Pga Tour dei suoi migliori gioielli, andando a firmare un accordo prima con Jon Rahm, poi con Tyrrell Hatton e ora pure Adrian Meronk, gli americani se la intendono invece con lo Strategic Sports Group, società guidata dalla Fenway Sports Group proprietaria del Liverpool e dei Boston Red Sox, con la quale hanno firmato in queste utimissime ore (pare tra il 30 e il 31 gennaio) un’alleanza che vale un investimento da parte di quest’ultima da 3 miliardi di dollari. Di questi soldi, ben 900 milioni andranno nelle tasche dei giocatori del circuito (dalla prima fino alla 180sima posizione nella FedeX) sotto forma di partecipazioni azionarie; inoltre, ai campioni rimasti fedeli al Pga Tour in questi ultimi anni, andrà anche riconosciuto un premio sempre sotto forma di denaro.
Dunque, il Pga Tour da oggi si trasforma in Pga Tour Enterprises e vede il suo valore toccare quota 12 miliardi, ma non solo: diventa di fatto anche un ente con scopo di lucro e i suoi giocatori assumono per la prima volta il ruolo di azionisti.
Nel mentre appare sempre più certo che il circuito LIV continuerà ad esistere, anche se si dovesse finalmente firmare la fantomatica pace tra i sauditi (assenti in questa ultima trattativa) e gli statunitensi: la verità è che a sua Maestà Bin Salman e alla sua longa manus del PIF, Yasir Al-Rumayyan, il giocattolo golf piace assai e non ci vogliono rinunciare per nulla al mondo.
Si dice anche che siano gli stessi americani a volere chiudere entro il Masters di aprile una tregua con gli stessi sauditi, ma questa volta alle loro condizioni e da un rinnovato punto di forza. Insomma, la telenovela continua con talmente tanti colpi di scena che ormai pare Beautiful.