Il PGA Tour Policy Board perde un membro storico

Il PGA Tour Policy Board perde un membro storico

Randall Stephenson, membro anziano del PGA Tour Policy Board ha rassegnato le proprie dimissioni dall’organo di governo del Tour.

Stephenson, ex-presidente del colosso AT&T (sponsor del Byron Nelson, NDR),  ha fatto parte del Board per 12 anni.

Le dimissioni, comunicate nello scorso fine settimana, sono motivate da “gravi preoccupazioni” avanzate da Stephenson relativamente all’accordo proposto tra il Tour ed il PIF, il Fondo Sovrano saudita.

Nella lettera, indirizzata direttamente al Board, Stephenson ha menzionato il coinvolgimento dell’Arabia Saudita nell’omicidio del giornalista Jamal Khashoggi, dichiarando che la collaborazione con il regno saudita “non é qualcosa che io possa valutare obbiettivamente o a cui, in tutta coscienza, io possa garantire il mio sostegno”.

Ha formulato anche una ulteriore, importante, proposta:

“Io spero che questo Consiglio, nel suo prossimo futuro, ripensi in modo esaustivo il suo modello di goverrnance e prenda in considerazione opzioni alternative per individuare fonti di finanziamento diverse rispetto a quelle previste dall’attuale accordo quadro“.

Randall Stephenson era intenzionato a presentare le sue dimissioni già subito dopo l’annuncio dell’accordo, ma il temporaneo passo indietro di Jay Monahan per i noti motivi lo ha fatto soprassedere.

L’annuncio del ritorno del Commissioner alle sue funzioni ha indotto Stephenson a procedere, perfezionando la sua decisione di abbandonare il Board.

Il Tour ha stabilito che il suo successore dovrà essere nominato dagli altri membri indipendenti del Consiglio (il Policy Board é composto da cinque membri indipendenti e da cinque giocatori del Tour, NDR), affinché l’organo possa funzionare normalmente.

Infatti, il Tout Policy Board sarà chiamato a ratificare l’accordo finale tra PIF e PGA Tour.

Le dimissioni di Stephenson, rese note in concomitanza con l’audizione presso la Commissione del Senato di Monahan ed Al-Rumayyan,  sono un segnale molto forte.

Non tanto a livello personale, pur trattandosi di un membro anziano del Board, quanto a livello simbolico.

A mio giudizio, in tale gesto si può leggere un messaggio inviato al PGA Tour da una parte ben precisa dei suoi partners storici.

Il percorso di questo accordo si annuncia abbastanza in salita, ma era immaginabile.


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