Il PIF taglia gli investimenti (ma non nella LIV Golf)
Per inquadrare in modo corretto la notizia, credo che sia doveroso fare una premessa.
Stiamo parlando di un fondo sovrano che, alla data odierna, dispone di un patrimonio da 930 miliardi di $, e ha l’obiettivo di arrivare a 2 triliardi di $ entro il 2030.
Il fatto singolare é il come intenda arrivarci.
Nel corso dell’annuale conferenza Future Investment Initiative (a margine della quale si é incontarto con Jay Monahan, NDR) tenutasi a Riyadh, Yasir Al-Rumayyan, governatore del fondo, secondo quanto riportato dal Financial Times ha dichiarato:
“Gli investimenti internazionali del fondo sono cresciuti dal 2% del 2015 fino al 30% attuale”
“Ora il nostro obiettivo é di farlo scendere ad un valore compreso tra il 18 ed il 20%”
“La gente é abituata a venire a chiederci soldi. Noi ora cerchiamo di passare dalle persone che vogliono ottenere i nostri soldi a quelle che desiderano invece investire insieme a noi (é inevitabile pensare alla PGA Tour Enterprises, NDR)”.
La riduzione degli investimenti é certa, ma riguarderà i piani futuri.
Il portafoglio in essere non subirà scossoni, come ha affermato Tom Kershaw del The Times sul suo profilo X:
“Si é capito che l’annuncio del PIF in merito al taglio degli investimenti internazionali riguarda quelli futuri piuttosto che quelli in essere, nel senso che che non colpirà il futuro della LIV Golf o i progetti per lo stadio del Newcastle United (di cui Al-Rumayyan é presidente, NDR)”.
Posto che la capacità finanziaria del PIF non é in discussione, resta da capire come l’impegno contenuto nell’accordo con il PGA Tour (1,3 miliardi di $, NDR) si vada ad “incastrare” in questa nuova politica degli investimenti.