La dura legge (del Golf) di Murphy

La dura legge (del Golf) di Murphy.

Fino a lunedì scorso Connor Murphy era solo un buon giocatore di Encino, California, sconosciuto ai più.

Poi è successo che si è presentato sul tee della buca 1 del Trophy Club Country Club in Texas per partecipare alla tappa di qualifica del Korn Ferry Tour (il circuito satellite del PGA Tour).

Ed è entrato nella storia recente.

Le speranze del giovane californiano hanno cominciato ad affievolirsi quando ha terminato la buca 1, un par 4, segnando un pesantissimo 11.

Ma lui non si è scoraggiato, è salito sul tee del par 3 successivo ed è arrivato…un doppio bogey.

Le traversie non sono finite e, nonostante un birdie al par 5 della buca 5, ha chiuso le prime nove buche in 50 colpi, con un altro doppio bogey alla 6 ed un quadruplo alla 9.

Nelle mie peggiori giornate uno score del genere è la normalità, ma chissà cosa è passato nella testa di Connor.

Lui era arrivato al Trophy Club determinato a guadagnarsi uno dei quattro posti disponibili per partecipare al Veritex Bank Championship.

Nonostante le possibilità di potersi presentare al Texas Rangers Golf Club, sede del torneo, fossero già ridotte, il ragazzo di Encino è ripartito alla carica.

Ma quando gli dei del Golf ti voltano le spalle, non c’é limite al peggio.

Così il californiano è incappato nella tempesta perfetta: quattro bogeys, un doppio, un quadruplo, un quintuplo e, per finire un 12 sul par 5 della 18.

Totale 108 colpi, 139ma posizione a 13 colpi dal penultimo.

Connor Murphy, innamorato di uno sport che sa essere crudele oltre ogni immaginazione, è tornato a casa con quei mille pensieri che tutti noi conosciamo bene.

Ma mi piace pensare che ieri si sia svegliato pronto a tornare sul tee.

Alla fine, chi ama il Golf desidera solo questo, tornare in campo il prima possibile, anche dopo una giornata da incubo.


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