La Generazione Z è sbarcata sul Tour

A noi adulti l’esperienza ha insegnato ad andarci cauti con i desideri.

Voglio dire: noi boomers sappiamo benissimo che i sogni si avverano solo quando ci dimentichiamo di loro. Così è in generale e così è ancora di più quando si tratta di affari di cuore o, in questo caso, di golf. Ma vai a spiegare tutta questa saggezza ai giovanotti della Generazione Z, quelli nati entro il 2010, e loro ti rideranno in faccia.

Prendiamo l’ultimo esempio di sbarbato appena ventenne che arriva dal Pga Tour: tal fenomenale Joohyung -detto Tom- Kim.

Il tipino fino ha appena sbancato a furia di birdie ed eagle l’ultimo torneo della regular season, il Wyndham Championship, e si è garantito un accesso ai play off della FedEx dalla porta principale, realizzando così anche e soprattutto il sogno di conquistare la carta per il circuito americano. E, da buon rappresentante della Gen Z, ha messo in piedi questo risultato nucleare senza mai perdere di vista il suo sogno, neppure quando alla 1 del torneo ha marcato un quadruplo bogey.

Ora: pensavate mica che un inizio così lo facesse desistere dall’inseguire il suo desiderio come avrebbe fatto chiunque di noi boomers ormai intorpiditi dalle esperienze negative? Macché!

Pur di riuscire nel suo intento, Tom Kim ha messo in fila uno dietro l’altro non solo i suoi rivali, ma anche e soprattutto una serie di record. Quali? Eccoveli snocciolati per bene:

  • dalla Seconda Guerra Mondiale, è diventato il più giovane di sempre, a 20 anni e 1 mese, a vincere un torneo del Pga Tour;
  • è il primo vincitore sul circuito americano a essere nato nel ventunesimo secolo;
  • nessuno prima di lui aveva conquistato un titolo negli States iniziando il torneo con un quadruplo bogey;
  • il suo score di 61 nell’ultimo giro è il più basso mai registrato da un giocatore per vincere il suo primo championship sul Pga Tour;
  • la sua percentuale di putt imbucati tra i 10 e i 15 piedi al Wyndham è stata del 75% (!!), contro il 29,5% del field.

Tutto questo boom golfistico, gli ha già regalato il soprannome di Tom “Freaking” Kim, Tom Il Maledetto Kim, oltre a tre nuovi target: i play off, la FedEx, e, soprattutto, un posto in Presidents Cup.

Ora: com’era la storia? Non bisogna pensare troppo ai nostri desideri, sennò non si avverano?… Forse sarebbe il caso di cominciare a stilarne di nuovi, di sogni, proprio come Tom, e a inseguirli con il cuore spensierato nonostante tutti i quadrupli bogey che la vita ci pone dinnanzi ogni giorno. Anzi, vogliamo dirla tutta? Cominciamo dalle piccole cose: la prossima volta che penseremo, dopo un 8 alla prima buca, che il giro sia già andato in malora, proviamo a fare come Tom. Proviamo a riderci su.


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