La seconda stagione del Player Impact Program

La seconda stagione del Player Impact Program

Si é chiusa la seconda stagione del Player Impact Program del PGA Tour e, dopo le prime indiscrezioni sul vincitore filtrate un pò dovunque sui media di settore, é stata resa nota la classifica finale definitiva.

E sì.

Il vincitore é ancora Tiger Woods.

Abbiamo già avuto modo di conoscere il meccanismo su cui si basa la classifica.

Rispetto all’anno scorso, devo però segnalare due novità molto significative.

Il montepremi complessivo é passato da 40 a 100 milioni di $, ed é stato diviso non tra 10, ma tra 20 giocatori della cerchia dei top players (trovate qui la classifica completa).

Dunque, come detto, Tiger Woods (che ha disputato solo nove tornei della stagione regolare)  intasca nuovamente l’assegno per il primo posto, che passa da 8 a 15 milioni di $.

Al secondo posto troviamo il suo socio nella TMRW Sports, Rory McIlroy, che mette nel salvadanaio altri 12 milioni di $, ciliegina sulla torta di una stagione che lo ha visto imporsi in entrambi i rankings del golf professionistico, FedEx e Race To Dubai.

I venti giocatori in classifica godranno di un ulteriore benefit, ricevendo l’invito a partecipare a tutti gli elevated events della stagione 2023 del Tour.

Sembra quindi che il programma incentive del PGA Tour metta tutti d’accordo

E invece no.

Si sono alzate voci di altri giocatori critiche contro il PIP.

Richie Ramsay su Twitter ha commentato:

“Un ammontare così importante di $ quando avevano dichiarato che non avrebbero combattuto i soldi con i soldi. E’ una cosa sostenibile?”.

Lo scozzese si riferisce alle parole del Commissioner Jay Monahan contenute in un’intervista di poco antecedente al primo evento della LIV Golf del giugno scorso:

“Io non  sono ingenuo. Se questa é una corsa agli armamenti dove le uniche armi sono i dollari, il PGA Tour non può competere”.

Sappiamo come sono andate le cose in seguito.

Anche Eddie Pepperell, sempre su Twitter ha voluto dire la sua.

In particolare, il giocatore inglese si é soffermato sul fatto che altri tre giocatori (Hideki Matsuyama, Cameron Young e Sam Burns), al di fuori dei 20, hanno ricevuto un bonus da 2 milioni di $.

“In tempi normali, un bonus da 2 milioni di $ per non avere fatto nulla di extra sarebbe considerato una roba da matti”

“Ma il golf é arrivato in uno strano luogo”.

Pepperell punta il dito sulla decisione del PGA Tour di remunerare tre giocatori che sarebbero rientrati nella classifica dei venti migliori applicando già per il 2022 i criteri che entreranno in vigore per il PIP l’anno prossimo.

Quando torniamo a parlare (solo) di golf?


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