L’esordio indimenticabile di Ludvig Aberg al Masters Tournament

(fonte PGA Tour/Facebook)

L’esordio indimenticabile di Ludvig Aberg al Masters Tournament

Breve introduzione.

Ludvig Aberg é passato professionista nel mese di Giugno dell’anno scorso, dopo avere passato un totale di 29 settimane al numero del World Amateur Golf Ranking.

Il passaggio é avvenuto dopo due importanti tornei del 2023 che Aberg ha potuto disputare grazie ad altrettanti inviti: l’Hero Dubai Desert Classic, evento del DP World Tour, e l’Arnold Palmer Invitational, signature event del PGA Tour.

In virtù della vittoria del PGA Tour University Ranking nella stagione 2022-2023, lo svedese ha guadagnato la carta piena per il Tour principale fino alla fine del corrente anno.

Nel mese di Settembre del 2023 ha vinto l’Omega European Masters e, a seguire, nel mese di Novembre si é aggiudicato l’RSM Classic.

E, come intermezzo di lusso, ha fatto parte del Team Europe vittorioso a Roma.

A soli 24 anni ha ricevuto l’invito per il suo primo Masters Tournament.

E lo ha ampiamente onorato.

Ha chiuso il suo primo Major al secondo posto da solo, a quattro colpi da Scottie Scheffler, che ha indossato la sua seconda Green Jacket.

Il giovane svedese é cosciente di avere fatto un percorso incredibile in soli 10 mesi, e le sue dichiarazioni lo dimostrano:

“Prima di tutto, avere giocato qui all’Augusta National é un sogno che di é avverato”

“Ed anche trovarmi in questa situazione, nervoso e sotto pressione, camminando lungo le ultime buche, é qualcosa che ho sempre sognato”

“Sono molto orgoglioso di me stesso, di tutte le persone del mio team, della  mia famiglia e, in generale, di tutte le persone coinvolte”.

L’ultimo giro, chiuso in 69, é stata una grande esperienza per Aberg, con cinque biridies, ma anche con un pesante doppio bogey alla 11.

“Ovviamente, finire in acqua non é stato l’ideale, lo sappiamo tutti”

“Io ed il mio team ci siamo concentrati sul continuare a giocare, indipendentemente da quello che sarebbe successo”

“Se pensi di continuare a giocare, le tue capacità sono destinate ad emergere”

“All’inizio di questa settimana sentivo che stavo giocando bene e che il mio swing era quello che volevo”.

Aberg ora é salito al numero 7 nell’OWGR.

“Chiunque si trovi nella mia posizione desidera vincere un Major e diventare il numero uno al  mondo, e per me non é diverso”.

E a ventiquattro anni, con tanto talento, tutto é possibile.

Ludvig Aberg, come molti altri ragazzi europei, ha fatto il salto di qualità frequentando l’università negli Stati Uniti (Texas Tech University, NDR), ed il PGA Tour cerca di garantirsi il fatto che il suo talento continui ad esprimersi al di là dell’Oceano.

Ma le sue radici sono qui, nel vecchio continente.

Luke Donald lo ha definito “generational player”, destinato a fare stabilmente parte del Team Europe per le prossime sette/otto edizioni della Ryder Cup.

In un momento di grande debolezza, quale é quello attualmente attraversato dal DP World Tour, l’unico modo per garantirne l’eredità é la crescita di talenti come Aberg, da preservare nell’attesa della rinascita che tutti auspichiamo.


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