LIV Golf – PGA Tour, l’accordo che non c’é

LIV Golf – PGA Tour, l’accordo che non c’é

La settimana scorsa si sono incontrate a New York le delegazioni del PIF e del PGA Tour per discutere circa la mitica fusione tra LIV GOlf e PGA TOur (e del DP World Tour di conseguenza, NDR).

L’ennesimo capitolo della telenovela (ormai non mi viene un termine diverso per definire questa annosa vicenda) ha visto Tiger Woods (ma Jay Monahan?) alla guida degli uomini della PGA Tour Entrerprises, affiancato da Adam Scott, altro membro del Policy Board.

Secondo quanto riportato dalla ESPN, le parti stanno cercando di definire i termini per arrivare ad una iniezione di liquidità (un miliardo di $, NDR) nella PGA Tour Enterprises da parte del Fondo Sovrano saudita.

Tra pochi mesi sarà trascorso un anno dalla scadenza (31 Dicembre 2023) originariamente fissata per la conclusione dell’accordo definitivo.

In questi mesi sono stati indubbiamente di più i segnali di una divergenza tra le parti, più che quelli di una comunione di intenti, al punto che da entrambi gli schieramenti sono arrivati diversi messaggi dubitativi della necessità/opportunità di arrivare alla progettata fusione.

L’entrata in prima linea di Woods (questa é il secondo incontro a cui partecipa, dopo quello del Marzo scorso, NDR) non sembra avere sortito un grande effetto.

Secondo Bloomberg, le due parti “sono più vicine” all’accordo, ma restano dei punti critici ancora da risolvere.

Innanzitutto i giocatori del PGA Tour non hanno intenzione di viaggiare in giro per il mondo per partecipare ad un Tour veramente globale, ma questo é niente.

Tenetevi forte.

I giocatori del PGA Tour hanno preso di mira la voce money dei loro  “colleghi”che hanno firmato con la LIV Golf, ai quali propongono tre possibilità:

  1. Restituire tutte le somme percepite alla LIV Golf;
  2. Pagare delle multe (da destinare alla beneficena) per poter disputare i tornei del (futuro) PGA Tour;
  3. Rinunciare, ora per allora, ad ogni e qualsiasi somma che dovessero vincere nei tornei del (futuro) PGA Tour.

Che dire.

Chiamarli punti critici mi sembra a dir poco eufemistico, e all’orizzonte non vedo altro che nubi.


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